Primo step verso la web tax
Nelle scorse settimane era tornata alla ribalta la Web Tax, che è stata anche oggetto di discussione al G7 dei ministri della finanza, tenutosi a Bari, e sulla quale era intervenuta anche Aires. Arriva, ora, il via libera della commissione Bilancio della Camera della proposta di legge relativa alla tassazioni del colosso del web, presentata dal presidente della commissione, Francesco Boccia. Una norma “transitoria” in attesa che a livello europeo si modifichi il concetto di “stabile organizzazione”, infatti secondo Bocca questa proposta “rende non più rinviabile la discussione in sede Ue sulla stabile organizzazione, così definita da una normativa comunitaria, scelta figlia di un tempo in cui la diffusione di Internet era ancora agli albori». In attesa di una direttiva europea la legge italiana prevede che le aziende digitali che non hanno sedi legali in Italia, ma che hanno almeno un miliardo di euro di ricavi e un giro d’affari nel nostro Paese di 50 milioni di euro potranno accordarsi con l’Agenzia delle Entrate per mettersi in regola per non avere precedenti penali, avere sconti sulle sanzione – si parla di un dimezzamento delle multe – e aderire al futuro regime dell’adempimento collaborativo. Quindi non proprio una vera web tax, ma una sorta di voluntary disclosure. Alle critiche ricevute da alcuni gruppi parlamentari che parlano di “condono” Bocca ha replicato “stando fermi continueremmo a incassare zero”, con questa norma invece si può incidere su “una base imponibile lorda di circa 32 miliardi” che oggi sfugge al fisco italiano.
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