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Riportiamo alcune precisazioni del presidente di Federmobili Mauro Mamoli, inviate al presente Attilio Fontana, Governatore della Lombardia. L’associazione le ribadirà anche ad altri Governatori nel caso dovessero seguire l’esempio Lombardo.Riportiamo integralmente la lettera del Presidente. “ (…) in queste ore, dopo l’annuncio di un possibile coprifuoco dalle 23 alle 5 e di una chiusura dei centri commerciali durante i giorni di sabato e domenica, molti dei nostri associati, con attività operanti in Lombardia, ci hanno contattati per avere chiarimenti riguardo il comportamento che dovranno tenere dal 22 ottobre in avanti rispetto all’apertura al pubblico dei loro spazi nei fine settimana. Dalle anticipazioni della stampa, l’ordinanza sembra andare nella direzione di una limitazione delle possibilità di assembramento per evitare l’espandersi e il perdurare della fase epidemiologica in atto, se l’intenzione danno rilevata è corretta, si rende necessario nella stesura del testo precisare con la dovuta attenzione a quale attività commerciali si vorrà fare riferimento. Mi permetto di far presente che la maggior parte dei negozi e dei nostri rappresentati – negozi tradizionali indipendenti di arredamento, ma potremmo estendere l’esempio a molte altre attività del commercio al dettaglio – pur avendo superfici di vendita assimilabili a “medie o grandi superfici di vendita“, non sono soggetti ad affluenze tali da creare assembramenti o sovraffollamento degli spazi. Questi negozi, inoltre, operano rispettando tutte le precauzioni, dettati nei vari DPCM, atte al contenimento del progredire dell’epidemia. Mi preme anche precisare che, nella maggior parte dei casi, nelle giornate prefestive e festive è ormai prassi di questa attività fissare incontri nei punti vendita previo appuntamento per evitare attese e lo stagionare di più persone all’interno del punto vendita. Credo sia superfluo evidenziare, da ultimo, ma non per questo meno importante, che la maggior parte delle vendite nel nostro settore si concluda durante la giornata di sabato (in qualche caso dove permesso l’apertura, anche di domenica) e una chiusura nel weekend, come paventato nelle indiscrezioni finora emerse, avrebbe delle ripercussioni economiche, sui già provati conti economici e queste imprese, devastanti. Confidando nella sua sensibilità e comprensione sono a chiederle di tenere in seria considerazione queste nostre precisazioni nel momento in cui andrà a Definire quali spazi di vendita dovranno rimanere chiusi e quali potranno continuare a operare il sabato e la domenica”.
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