Whirlpool: positivo il referendum dei lavoratori italiani
L’accordo siglato da Whirlpool con i sindacati è stato approvato dai lavoratori italiani del Gruppo americano tramite un referendum e si attende per domani la firma definitiva, come riporta il “Corriere della sera” di oggi. L’intesa “è stata raggiunta grazie al contributo di tutte le parti coinvolte, sindacati e Governo” ha dichiarato Davide Castiglioni, Ceo di Whirlpool Italy e vice president industrial operations di Whirlpool Emea. Scongiurata la chiusura di alcuni siti produttivi, come quello di Carinaro, in Campania, e confermati gli investimenti di oltre 500 milioni di euro. Verranno mantenute inoltre due sedi amministrative, una in Lombardia e una nelle Marche, sede di Indesit.
In un’ampia intervista a “Varesenews”, Esther Berropze, president di Whirlpool Emea, ritorna sugli avvenimenti degli ultimi mesi: “La prima presentazione del piano venne vista come una bomba, ma in realtà la nostra posizione è rimasta la stessa. Lungo il percorso abbiamo capito che c’erano seri problemi sociali nell’area campana e così abbiamo rivisto lì alcune cose. C’è stata attenzione all’ascolto”, ha commentato la manager, che sottolinea però la necessità di migliorare la produttività: “Il piano industriale parte dall’Italia ma comprende tutta l’area Emea. Qui abbiamo un terzo dei dipendenti ed è quello dove produciamo maggiormente non solo per l’Italia ma per tutti i Paesi. Abbiamo definito problematiche e opportunità certi che il problema fondamentale non è il costo della mano d’opera, ma la scarsa capacità produttiva delle fabbriche. Il primo punto è semplificare specializzando ogni luogo sullo specifico prodotto. Poi dobbiamo aumentare la capacità produttiva, che passerà dal 50 al 70%, e di seguito ci siamo prefissati di modernizzare con un corposo e impegnativo piano di investimenti. Questi erano gli obiettivi. La negoziazione è stata difficile ma alla fine siamo riusciti a mettere insieme tutti: sindacato, azienda e istituzioni”. E sul ruolo che ora avrà il Gruppo nel Vecchio continente ha concluso: “In Europa non siamo mai stati il numero uno. Sappiamo che il percorso è difficile ma guardiamo con fiducia le sfide che ci attendono”.
Il “Corriere della sera” sottolinea che qualche preoccupazione rimane per i “colletti bianchi”, per i quali continuerebbero a essere previsti degli esuberi sia in Lombardia sia nelle Marche.
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