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Se serviva una conferma che i consumi di prodotti technical continuano a calare è arrivata da Aires che conferma che nel 2012 le reti dei suoi associati hanno riportato un calo in valore del 4,74% portando il fatturato complessivo delle catene aderenti a 9,551 miliardi di euro e ciò nonostante nel 2011 si fosse già riscontrata una contrazione un calo di fatturato pari all’8,3%. L’associazione precisa che “l’anno ha avuto un andamento discontinuo, con una ripresa dei consumi nei mesi di giugno, settembre e ottobre i cui effetti positivi sono stati tuttavia frustrati dalla frenata dei fatturati di novembre (-12%) e di dicembre (-6%), mese tradizionalmente chiave per i consumi del settore grazie al Natale e alle tredicesime”. Una tendenza negativa che purtroppo sembra confermarsi anche in questo avvio d’anno dal momento che “la prima rilevazione mensile di Accenture fotografa vendite totali nelle catene aderenti alla AIRES ancora in contrazione, precisamente del 3,3% rispetto a gennaio 2012, nonostante un incremento medio dei fatturati legati alla telefonia di oltre il 28%”. “L’anno si è chiuso con un risultato negativo che evidenzia un contesto difficile, aggravato da fattori economici e sociali. Visti i presupposti il dato è tutto sommato meno drammatico di quanto temessimo”, ha commentato Albino Sonato, presidente di AIRES. “Tutti gli indicatori ci parlano di crisi dei consumi, in realtà quello che stiamo vivendo è un cambiamento strutturale che investe l’intero sistema economico, compreso quello della nostra distribuzione, influenzato dalle grandi trasformazioni intervenute nella struttura dei consumi, nei modelli di acquisto e nell’impatto che questi hanno nei modelli di business delle aziende. Una grande sfida per tutti i nostri associati impegnati con grande energia e vigore a sviluppare nuove strategie coerenti con le istanze poste dal mercato”. Davide Rossi, direttore generale di AIRES ha invece aggiunto: “Sappiamo che i consumatori anche per il 2013 saranno molto attenti alle spese. La rilevazione fatta da Ipsos per Findomestic sulle intenzioni di acquisto nei primi tre mesi del nuovo anno è ancora ampiamente negativa, anche se il picco raggiunto lo scorso dicembre – la peggiore disposizione psicologica all’acquisto mai registrata – sembra essere superato” che poi conclude: “In realtà il peso del nostro fatturato rispetto al PIL rimane invariato da alcuni anni, attestandosi intorno allo 0,65%, vale a dire che il nostro settore vale quasi due terzi di punto percentuale sull’intera economia del Paese. Anche in questa ottica abbiamo la responsabilità di fare sempre il meglio, ma dobbiamo essere supportati adeguatamente dal futuro Governo, per promuovere l’innovazione, ma anche per tutelare l’occupazione che siamo stati in grado di generare in questi anni”.
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