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Sono stati rilasciati i risultati della decima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy/Indicod-Ecr, l’associazione italiana che raggruppa 35.000 aziende industriali e distributive del settore dei beni di consumo. L’indagine, svolta in collaborazione con TradeLab, Symphony Iri e GFK Eurisko, dal 2002 monitora in modo sistematico il settore dei beni non alimentari. Nell’ultimo periodo analizzato i consumi reali sono tornati ai valori di cinque anni fa. Le grandi superfici specializzate hanno visto un progressivo aumento sia della presenza sul territorio sia della loro quota di mercato, a discapito sia del canale tradizionale, che del canale ipermercati. Questi ultimi in dieci anni sono cresciuti numericamente, mentre non è cresciuta la loro quota nei comparti non food con l’eccezione di poche categorie dove gli ipermercati registrano quote interessanti. Analizzando i trend dell’ultimo anno, i consumi delle famiglie sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente (+0,2% in termini reali), con una riduzione dei consumi alimentari, del trasporto e dell’abbigliamento. Una dinamica questa che trova spiegazione in due fattori che hanno influenzato il comportamento di acquisto e di consumo delle famiglie: la progressiva perdita di potere d’acquisto e la migliorata propensione al risparmio (sebbene rimanga bassa rispetto alla media storica che caratterizza l’Italia). I mercati indagati dall’Osservatorio hanno evidenziato una dinamica più negativa rispetto ai consumi totali delle famiglie (-2,4% vs -0,6%, dati Istat in termini correnti) e tra questi, quelli che hanno fatto registrare le dinamiche più negative sono: Elettronica di consumo, Edutainment, Abbigliamento e calzature. Tra i mercati che hanno registrato una dinamica positiva, seppur limitata, il Bricolage e i prodotti di Profumeria. Nel complesso la distribuzione moderna ha sostanzialmente mantenuto le quote di mercato dell’anno precedente, facendo registrare in alcuni mercati qualche ulteriore miglioramento (Mobili e arredamento, Edutainment). Al suo interno il canale degli Ipermercati perde quote di mercato su quasi tutti i mercati monitorati (con l’eccezione di Casalinghi, Cancelleria e Giocattoli), mentre le Grandi Superfici Specializzate riescono a mantenere le posizioni (in alcuni casi anche migliorandole). Dai dati elaborati da Symphony Iri e GFK Eurisko, emerge che le migliori performance nel non food sono in quegli Ipermercati che spingono verso assortimenti più snelli con focus su categorie “semplici” per complessità dei prodotti acquistati e livello di spesa, sostenuti da una gestione costante dell’in-out (inserimento ed esclusione dei prodotti dall’assortimento di un punto vendita) per soddisfare le richieste del consumatore. Un consumatore che, in queste categorie, riconosce all’ipermercato un forte ruolo di risparmio, ma non vuole rinunciare “a scegliere” e di fronte ad un ottimo rapporto qualità-prezzo, ricerca anche prodotti di prezzo più elevato.
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