Direttiva sul copyright: stallo europeo?
‘EU Copyright directive: Business Impact and legal insights’ è il titolo dell’incontro che si è tenuto questa mattina a Roma nell’ambito del Mercato Internazionale dell’Audiovisivo. Un’occasione per fare il punto su quanto sta avvenendo a livello europeo con la nuova direttiva sul diritto d’autore. Lorenzo Attolico, avvocato specializzato in materia di copyright ha specificato che “non si tratta ancora di una direttiva ma di una proposta di direttiva la cui approvazione dovrebbe avvenire entro la primavera, sempre che si riesca”. E proprio qui sta il punto critico della situazione. Elena Lai, segretario generale Cepi (Coordinamento europeo produttori indipendenti) ha evidenziato “come i segnali che arrivano da Bruxelles siano scoraggianti. La trattativa in corso a livello politico, con le piattaforme OTT e i detentori dei diritti sono complesse. La sensazione è che entro febbraio questi lavori non siano terminati e che l’approvazione della direttiva sia rimandata al nuovo Parlamento europeo, dopo le elezioni di maggio”. Ma in un quadro politico che potrebbe essere molto diverso. Al centro delle discussioni c’è soprattutto l’articolo 13 della direttiva che riguarda il value gap, ovvero il rapporto degli autori con le piattaforme per il riconoscimento del diritto d’autore. Se approvato, l’articolo prevede che le piattaforme dovranno siglare diritti di licenza con i titolari dei diritti delle opere. “Una bella notizia” ha specificato Attolico “anche se poi gli OTT potranno scegliere con chi siglare accordi o meno, magari mettendo in difficoltà i piccoli produttori”. “Questa è una fase cruciale – ha commentato Elena Lai – per la quale è necessario che gli operatori dell’industria audiovisiva sensibilizzino le loro associazioni e le istituzioni sul tema della direttiva e facciano sentire la propria voce anche al Parlamento europeo”. Ha concluso Attolico: “Speriamo che si arrivi a una riforma del diritto d’autore; sarebbe un segnale di grande modernità. Non dimentichiamo che in Italia il nostro riferimento è la legge del 1941”.
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