UE, i punti dell’accordo sul copyright
Come riportavamo questa mattina, a Strasburgo – dopo molte discussioni – Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato un accordo sulla riforma del copyright. La strada per l’ok definitivo non è però ancora del tutto assicurata. Questa dovrà infatti ricevere il via libera dagli stati membri e dall’Europarlamento. Tuttavia, i tempi – viste le imminenti elezioni di maggio – sono molto stretti. Ma quali sono i punti dell’accordo? Eccone una sintesi pubblicata sul sito del Parlamento Europeo:
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Le piattaforme Internet saranno incentivate a retribuire artisti e giornalisti
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Alcuni materiali, come meme o GIF, potranno essere condivisi liberamente
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Link ad articoli di attualità, accompagnati da “singole parole o brevissimi estratti” potranno essere condivisi liberamente
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I giornalisti riceveranno una quota delle entrate legate al diritto d’autore ottenute dalla loro casa editrice
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Le piattaforme start-up saranno soggette ad obblighi più leggeri
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La direttiva non imporrà filtri
Creativi e editori avranno più forza per negoziare con i giganti del web la giusta remunerazione del diritto d’autore, grazie a un accordo raggiunto mercoledì notte. L’accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio mira a garantire che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. YouTube, Facebook e Google News sono tra le aziende più direttamente interessate da questa legislazione. I co-legislatori si sono inoltre impegnati a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. I frammenti degli articoli di cronaca potranno così continuare ad essere condivisi senza violare il diritto d’autore, così come le GIF e i meme.
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I giganti del web dovranno condividere i ricavi con artisti e giornalisti
L’accordo mira a rafforzare la posizione dei titolari dei diritti d’autore, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché gli editori di notizie, al fine di negoziare accordi migliori per la retribuzione per l’uso delle loro opere sulle piattaforme online.
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Difesa la libertà di espressione
Come regola generale, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore. Tuttavia, l’accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. Il cosiddetto “snippet” potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette a scopo di citazione, critica, recensione, caricatura o parodia è protetto, assicurando che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
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Molte piattaforme online escluse dalle regole
Il testo specifica inoltre che il caricamento di opere su enciclopedie online a scopi non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dalle nuove regole. Le piattaforme start-up saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.
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Rafforzamento dei diritti di negoziazione per autori e artisti
Gli autori e gli artisti, interpreti o esecutori, potranno chiedere al distributore una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti, quando la remunerazione originariamente concordata è sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per il distributore.
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Come la direttiva modifica lo status quo
Attualmente, le società di Internet sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono soltanto obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti su richiesta degli autori. Tuttavia, ciò è oneroso per gli autori e non garantisce loro un reddito equo. L’introduzione della responsabilità per le società online aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, con una remunerazione più giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.
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Prossime tappe
L’accordo deve ora essere approvato dai rappresentanti del Consiglio, dalla commissione parlamentare per gli affari giuridici e dalla plenaria del Parlamento.
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