Governo, approvato il decreto sulle quote Tv
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, ha approvato, in esame preliminare, tre decreti legislativi che, in attuazione delle deleghe previste dalla legge sulla “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” (legge 14 novembre 2016, n. 220), riformano in modo organico il settore della produzione audiovisiva. Ecco relativo alla “Riforma delle disposizioni legislative in materia di promozione delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, a norma dell’articolo 34 della legge 14 novembre 2016, n.220”. Per il Ministro dei beni e delle attività cultuali e del turismo, Dario Franceschini si tratta di “un provvedimento concreto che serve a aiutare, tutelare e valorizzare il cinema, la fiction e la creatività italiane”.
Il testo passa adesso alle Commissioni parlamentari, al Consiglio di stato e alla Conferenza stato Regioni per i pareri di merito.
Il decreto mira alla razionalizzazione delle disposizioni legislative di disciplina degli strumenti e delle procedure in materia di promozione delle opere italiane ed europee da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, sulla base di alcuni specifici criteri:
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a) introdurre procedure più trasparenti ed efficaci in materia di obblighi di investimento e programmazione di opere italiane ed europee;
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b) adeguarsi ai principi di proporzionalità, adeguatezza ed efficacia, in modo da definire con maggiore coerenza e certezza il sistema delle regole e l’ambito soggettivo di applicazione;
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c) rafforzare un sistema in cui i meccanismi di mercato siano più funzionali a una maggiore concorrenza, a una maggiore pluralità di possibili linee editoriali e a meccanismi di formazione ed equa distribuzione del valore dei diritti di sfruttamento delle opere;
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d) prevedere in particolare la riformulazione delle modalità di applicazione di tali regole ai fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta;
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e) provvedere alla riformulazione della definizione di «produttore indipendente», nonché delle altre definizioni che attengono direttamente alle questioni, alle tematiche e ai profili inerenti la promozione delle opere europee ed italiane;
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f) prevedere un adeguato sistema di verifica, di controllo, di valutazione dell’efficacia e un appropriato sistema sanzionatorio.
Il testo realizza una revisione dell’assetto attuale.
In particolare, riguardo agli obblighi di programmazione dei fornitori di servizi di media audiovisivi-lineari, è definita, dal 2019, una quota generale di riserva prevista per le opere europee pari al 55% per tutti gli operatori (quota elevata al 60% a partire dal 2020).
È prevista, inoltre, sempre a partire dal 2019, una sotto-quota di diffusione riservata alle opere di espressione originale italiana pari alla metà per la concessionaria del servizio pubblico e a un terzo per tutti gli altri operatori.
Inoltre, per quanto riguarda gli obblighi d’investimento dei fornitori di servizi di media audiovisivi-lineari, si conferma la base degli introiti netti annui per il calcolo degli investimenti richiesti e si prevedono le modalità contrattuali di assolvimento degli obblighi. Per le emittenti commerciali la quota di investimento in opere europee sarà di almeno il 12,5% nel 2019 e del 15% a partire dal 2020, di cui almeno i cinque sesti per opere prodotte da produttori indipendenti. All’interno di tale quota, le suddette emittenti riservano ogni anno alle opere cinematografiche di espressione originale italiana una sotto-quota non inferiore al 3,5% dei propri introiti netti annui nel 2018, del 4% nel 2019 e del 4,5% a partire dal 2020.
Per quanto riguarda la concessionaria del servizio pubblico, la quota di riserva per l’investimento in opere europee è pari, nel 2019, ad almeno il 18,5%, e nel 2020 ad almeno il 20%, dei ricavi complessivi annui derivanti dal canone, nonché dei ricavi pubblicitari connessi alla stessa (al netto degli introiti derivanti da convenzioni con la pubblica amministrazione indipendenti e della vendita di beni e servizi), di cui almeno i cinque sesti per opere prodotte da produttori indipendenti. All’interno di tale quota, le suddette emittenti riservano ogni anno alle opere cinematografiche di espressione originale italiana una sotto-quota non inferiore al 4% dei propri ricavi complessivi annui nel 2018, del 4,5% nel 2019 e del 5% a partire dal 2020.
Il decreto introduce anche, in anticipo rispetto alla normativa europea in corso di approvazione, obblighi di programmazione e di investimento per i fornitori di servizi media audiovisivi a richiesta, cosiddetti
Crescono infine le sanzioni (oggi da 10.000 a 250.000 euro), che salgono da 100.000 a 5.000.000 di euro ovvero sino al 2 per cento del fatturato, quando il valore di tale percentuale è superiore all’importo di 5.000.000 di euro.
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