Tv/web, serve una normativa più omogenea
Il settore televisivo fattura in Italia oltre 9mld di euro annui, dà lavoro diretto a 30mila dipendenti e ad altrettanti indiretto. Le aziende tv hanno contribuito allo sviluppo dell’Ict con circa 5mld di beni e servizi, acquistati per la transizione al digitale terrestre. Lo ha affermato, in un’intervista a “Il Sole 24Ore”, il presidente di Confindustria Radio Televisioni Rodolfo De Laurentiis, che condurrà la propria assemblea generale il prossimo 11 giugno. In una tv che nel nostro Paese mantiene un ruolo centrale, con un tempo dedicato da ogni italiano al mezzo in crescita nel 2013 vs 2012, l’emittenza locale è il segmento che risente più della crisi. Occorre, in generale, dare parità di trattamento normativo ai concorrenti del mercato audiovisivo: «Il sistema radiotv», conclude De Laurentiis, «è iper-regolato da una normativa stratificata nel tempo», che determina asimmetrie. Per esempio, «Le tv hanno dei tetti di affollamento pubblicitario che gli Ott non hanno». E lo stesso vale per la par condicio, per le quote di programmazione e di investimento, e per i minori.
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