Milan Games Week: il parere di Giorgia Vecchini
Giorgia Vecchini, in arte Giorgia Cosplay, si è occupata di organizzare e coordinare gli appuntamenti dedicati al cosplay all’interno della Milan Games Week, evento dedicato agli appassionati di videogiochi conclusosi domenica 26 ottobre con all’attivo quasi 100 mila partecipanti. Come già anticipato da e-duesse anche Giorgia ha evidenziato, nonostante l’indiscutibile successo di pubblico, un evento carente negli allestimenti e nella proposta di contenuti dedicati agli appassionati di videogiochi. Di seguito l’intervista, che potete leggere integralmente a questo link:
Qual è il tuo feedback a caldo sulla quarta edizione della Games Week?
«(…)Per questa terza edizione eravamo davvero curiosi di capire come si sarebbe assestato l’evento, più che altro perché mancavano grosse novità, forse fatta eccezione per Call of Duty: Advanced Warfare che uscirà a breve e poco altro ancora. Alla fine però la chiave di volta dell’evento, ovvero il vero volano per attirare il pubblico, sono stati gli Youtuber, su cui ho già espresso un parere attraverso la mia pagina Facebook. Questi personaggi con i loro canali accentrano l’attenzione di migliaia di ragazzini. Ben vengano gli Youtuber, ma stiamo attenti perché in questo modo la fiera perde di vista il suo vero obiettivo, ovvero i videogiochi, e lo ribadisco anche io che mi occupo appunto del mondo cosplay che, per quanto attinente e fortemente contaminato con il mondo videoludico, deve comunque essere un contorno».
Riguardo invece alla parte videoludica?
«Confermo quanto già altri hanno scritto sull’evento, è stato un appuntamento più povero degli anni scorsi, con stand ridimensionati e l’assenza di troppi player dell’industria: marchi come Capcom, Square Enix, Sega ecc. Io sinceramente da appassionata di videogiochi se mi reco a un evento dedicato mi aspetto di ritrovare questi marchi, anche se non con delle novità, con degli spazi dedicati ai loro fan (…)».
Un tuo commento invece sui quasi 100 mila partecipanti all’evento?
«Molti di questi sono stati appunto mobilitati dalla presenza degli Youtuber, ma credo che il target coinvolto non sia sicuramente lo stesso che fa da volano all’industria dei videogiochi, quindi è stata una leva “facile” per vendere biglietti ma che probabilmente, alla lunga, potrebbe non essere la strada giusta».
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