Zingaretti a Box Office: «Investiamo nelle produzioni e nelle sale»

In vista delle elezioni politiche di fine mese, il presidente della Regione Lazio e politico del PD Nicola Zingaretti presenta a Box Office le priorità di intervento per il settore cinematografico, dal potenziamento della produzione (spendendo tutti i Fondi europei), al sostegno per le sale (soprattutto sull’efficientemento energetico) sino alle pari opportunità

Investire nelle produzioni e nelle coproduzioni internazionali, utilizzando e spendendo tutti i Fondi europei. Poi ridare slancio alle sale, sostenendone il riammodernamento tecnologico e l’efficientemento energetico. E ancora, mettere al centro il tema delle pari opportunità, dare più certezze ai lavoratori del comparto, continuare a ragionare su una finestra di esclusiva theatrical anche più lunga di 90 giorni. Ecco le aree di intervento nel settore cinematografico che il presidente della Regione Lazio e politico del PD Nicola Zingaretti ritiene più strategiche e importanti.

Se andaste al governo, quali sarebbero le vostre priorità di intervento per il settore cinematografico ed audiovisivo?
«Noi italiani siamo una superpotenza del cinema e abbiamo il dovere di puntare con forza su questo settore strategico. In questi anni di governo nel Lazio abbiamo dimostrato con i fatti di credere nel cinema come parte fondamentale della nostra cultura e identità e come elemento indispensabile per la vita sociale ed economica del nostro territorio. Non a caso siamo oggi la prima Regione italiana e la seconda in Europa per investimenti nell’audiovisivo. Oggi la priorità è trovare soluzioni per dare un futuro al cinema e all’audiovisivo nella nuova era tecnologica. In primo luogo, bisognerà investire nelle produzioni e nelle coproduzioni internazionali per rendere più forte il nostro cinema al livello globale, utilizzando e spendendo tutti i Fondi europei, come abbiamo fatto nel Lazio. La seconda grande esigenza è ridare slancio alle sale cinematografiche, che vanno ripensate come hub culturali aperti, luoghi di studio e incontro, soprattutto per le giovani generazioni. Infine, bisogna tutelare, promuovere e investire nei mestieri del cinema e dell’audiovisivo. Le maestranze italiane sono un’eccellenza mondiale: oltre ai registi e agli attori, abbiamo costumisti, sceneggiatori e tecnici del suono premiati in tutto il mondo, che andrebbero sostenuti anche dal punto di vista contrattuale e salariale. Dobbiamo quindi valorizzare e continuare a investire nella formazione mettendo al centro anche il tema delle pari opportunità creando maggiore offerta e spazio maggiore per le donne in ruoli apicali del settore».

Le sale cinematografiche stanno facendo ancora molta fatica a tornare ai livelli pre-pandemia. Il box office italiano del 2021 ha segnato -73% sul 2019, e anche l’anno in corso è negativo (al momento si viaggia intorno a -53% sul 2019). Oltre alla mancanza di entrate ai botteghini, le spese fisse delle sale aumentano e, col caro-bollette degli ultimi mesi, stanno diventando insostenibili. Avete in programma delle azioni di sostegno e rilancio per l’esercizio italiano? O iniziative per riattrarre il pubblico in sala?
«Sicuramente sarà sempre più importante un’azione di sistema per sostenere tutti i settori produttivi rispetto all’aumento delle bollette, che va dall’energia alle materie prime. Bisogna considerare però che, nonostante il brusco stop dovuto dalla pandemia e ora anche dalla guerra in Ucraina, il nostro cinema, il cinema italiano, è vivo ed è pronto ad affrontare nuove sfide, anche a livello internazionale. L’unica strada percorribile è che le sale cinematografiche si rinnovino dal punto di vista dell’offerta e dal punto di vista strutturale. Nel Lazio stiamo sostenendo questo processo con investimenti in tecnologie digitali, investimenti sulle strutture, a partire dal tema dell’efficienza energetica, che oggi è diventato fondamentale. Far vivere le sale è una missione che credo vada oltre lo specifico del settore audiovisivo. Quando chiude un cinema, viene meno un presidio culturale e sociale. Non dobbiamo arrenderci alla falsa idea che nell’epoca del consumo domestico dei prodotti audiovisivi, che ha avuto un’eccezionale impennata con la pandemia, i cinema siano condannati a sparire: io dico che se ci metteremo coraggio e creatività, potranno tornare ad essere luoghi di condivisione, del pensare, veri e propri attrattori culturali. Specie pensando alle ragazze e ai ragazzi, dobbiamo quindi aiutare gli esercenti italiani a trasformare le loro sale, a farle diventare sempre più luoghi di aggregazione multifunzionali, in grado di organizzare eventi, incontri con le maestranze, con le scuole, con le università, insomma punti di riferimento culturale dei territori».

A fine luglio, il Senato aveva approvato all’unanimità la mozione a prima firma di Maurizio Gasparri per fissare a 90 giorni la finestra di esclusiva theatrical per tutti i film italiani e stranieri, inclusi quelli che non hanno avuto finanziamenti pubblici. Quali sono le vostre intenzioni di intervento in tema di regolamentazione delle window di sfruttamento dei film?
«Può essere un aiuto, e forse bisognerebbe prevedere anche un periodo più lungo tra uscita in sala e diffusione sulle piattaforme. Penso tuttavia che il tema delle sale non si possa risolvere esclusivamente con un intervento normativo. Vedere un film in sala in compagnia di persone che si scelgono e di un pubblico è un valore sociale e crea una emozione diversa da quella invece comunque interessante e variegata offerta dalle piattaforme. Bisogna quindi anche investire nella promozione del cinema in sala e nella qualità della proposta».

Se l’esercizio cinematografico è in crisi, la produzione è invece in espansione grazie soprattutto a un credito di imposta fortemente attrattivo che ha fatto quadruplicare le domande di tax credit per le opere cinematografiche dal 2019 e al 2021. Grazie al sostegno pubblico si producono molti film italiani, ma di questi pochissimi riescono ad attrarre pubblico in sala: dal 1° gennaio 2022, solo 6 film hanno incassato più di 1 milione di euro. La politica come può favorire il rilancio dei film italiani?
«Io credo che la politica possa svolgere un ruolo di indirizzo e strategico per il settore, ovviamente è però importante che il prodotto sia di qualità. Penso che le istituzioni debbano da un lato sostenere e tutelare le piccole produzioni e promuovere le opere prime, che creano opportunità per le giovani generazioni di registi, attori, maestranze e quindi guardano al futuro. Dall’altro è necessario lavorare in un’ottica di sistema e di squadra che vada oltre i confini nazionali. I risultati che stiamo ottenendo nel Lazio finanziando con Fondi europei le coproduzioni internazionali sono eccezionali: decine e decine di film di qualità che hanno raccolto premi internazionali, hanno creato lavoro e ricchezza, ci hanno aiutato a promuovere la nostra regione nel mondo. Senza falsa modestia, credo che quello che abbiamo fatto nel Lazio possa rappresentare un modello vincente per aiutare concretamente il cinema, i film di qualità, chi li produce e chi li realizza».

Oltre al tax credit citato, con il rilancio degli studios di Cinecittà, l’Italia punta a diventare un punto di riferimento anche per le produzioni internazionali. Su quali altri fronti lo Stato può aiutare il settore audiovisivo per attrarre investimenti stranieri e creare nuove opportunità di lavoro?
«Il tax credit, la rinascita di Cinecittà e gli altri investimenti messi a disposizione dal Governo sono la premessa per aprire una nuova fase di sviluppo del settore audiovisivo. I grandi investimenti del Pnrr su Cinecittà sono un’occasione straordinaria per Roma, per il Lazio e per l’Italia. Nei prossimi anni Istituto Luce Cinecittà sarà al centro di un grande piano industriale di modernizzazione e rilancio degli storici studios, anche in termini di efficientamento energetico e di sostenibilità ambientale, con un investimento di 300 milioni di euro. Cinecittà diventerà il più grande polo europeo della produzione audiovisiva, con una missione chiara: creare lavoro, attrarre investimenti internazionali nel nostro Paese e rafforzarne la competitività sui mercati esteri. Io credo che questa conquista sia il frutto di un grande lavoro di squadra e la dimostrazione della nostra attenzione verso un settore culturale ed economico di vitale importanza per il Paese. Una conquista che dobbiamo rilanciare e portare avanti. Più certezze per i lavoratori del comparto, internazionalizzazione, sostegno alla formazione e all’innovazione tecnologica saranno i principali obiettivi su cui concentrare i nostri sforzi. Il cinema, come è già stato in altre fasi nella nostra storia, sarà un elemento fondamentale della rinascita italiana».

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