Videogiocatori all’asta
Quanto costa conquistare il pubblico dei casual gamer? Il prezzo è alto e va pagato per tanto tempo. Recenti dati divulgati da Nintendo Italia parlano di investimenti da 50 milioni di euro ogni anno per gli ultimi 4 anni per spingere le proprie tecnologie, più di quanto hanno mai fatto nel nostro Paese colossi del calibro di Mattel o Giochi Preziosi. I risultati, complice anche la qualità media molto alta dei titoli sviluppati dal colosso nipponico, non si sono fatti attendere e oggi Nintendo domina nel nostro territorio anche il mercato delle home console. Al ricco piatto dei giocatori occasionali Sony e Microsoft hanno sempre guardato con interesse (basta ricordare prodotti come Eye Toy, o giochi come Scene It!) ma solo ora hanno deciso di competere faccia a faccia con Nintendo lanciando tecnologie come PlayStation Move e Kinect. Il “problema”, rispetto al passato, è che per conquistare il pubblico generalista non sarà più sufficiente parlare di poligoni, prestazioni e potenza (concetti per lo più avulsi al mass market), le armi cambiano. L’unico modo per conquistare efficacemente questo target sarà “comprarlo” con investimenti pesanti e costanti, proprio come ha fatto e come probabilmente continuerà a fare Nintendo. Oltre alla pubblicità il trade tornerà fortemente protagonista. Alcuni rumors non confermati vociferano di quasi 800 giornate di instore promotion per Kinect, mentre Sony ha già dichiarato che l’attenzione del marketing sarà nettamente concentrata sul lancio e sulla promozione nei negozi del nuovo controller: con buona pace di chi dava i prodotti fisici per “morti” e i negozi indeboliti dalle vendite online. Anche i publisher potranno ovviamente cogliere tutta una serie di nuove opportunità grazie a questi nuovi device, magari, rispetto al passato, puntando su meno titoli ma di maggiore qualità, senza correre il rischio di intasare gli scaffali e con la possibilità di contare su budget più consistenti per pubblicizzare le novità.
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