Lonigro: “serve certezza sulla riapertura con largo anticipo”

Non usa mezzi termini Luigi Lonigro, presidente distributori Anica, per descrivere la difficile situazione in cui versa il settore cinematografico dopo il nuovo dpcm che prevede la chiusura dei cinema fino al 24 novembre. «Comprendiamo la decisione del Governo di dare priorità alla salute e alla sicurezza dei cittadini, ma la notizia, onestamente, ci ha colti alla sprovvista. Eravamo al corrente che ci sarebbero state restrizioni con il nuovo dpcm, ma non ci aspettavamo una chiusura totale e immediata delle sale cinematografiche. Questa misura estrema è arrivata in un momento molto difficile, essendo reduci da quattro mesi disastrosi che avevano già messo a dura prova l’esercizio e la distribuzione».

Questa seconda chiusura rischia di mettere a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Non c’è dubbio. Durante il primo lockdown i distributori hanno posto il mercato al centro dei loro pensieri, supportando il segmento dell’esercizio fortemente penalizzato. Ora, però, dobbiamo cambiare approccio e salvaguardare le nostre imprese. È a rischio il destino di tutti i distributori, che non hanno ricevuto nessuna forma di sostegno durante il primo lockdown. Solo di provvigioni, dall’8 marzo ad oggi, l’intero comparto distributivo italiano ha perso 35 milioni di euro rispetto al 2019. A questi si vanno a sommare le perdite subite per piani di lancio investiti e non recuperati a causa delle due chiusure, sia per i film italiani che internazionali. È una perdita enorme a cui non è corrisposto nessun tipo di ristoro. Nonostante tutto abbiamo lavorato in modo deciso per la ripartenza e, tra distributori italiani e indipendenti, abbiamo fatto fronte alla carenza di prodotto americano degli studios, da sempre asse portante del nostro mercato, mettendo comunque in piedi un’offerta corposa e dalle forti potenzialità commerciali fino a Natale e a inizio anno. Ma l’arrivo di questa nuova chiusura distrugge quanto abbiamo costruito in questi mesi e accresce i rischi e la sofferenza di tante aziende. Qual è, secondo lei, la responsabilità del ministro Franceschini di fronte a questa chiusura?Credo nessuna. Il ministro ha sempre avuto a cuore il cinema e lo ha dimostrato con leggi, misure di sostegno e vicinanza. Penso non abbia avuto scelta di fronte alle decisioni prese dal governo nel tentativo di contenere il contagio limitando al massimo ogni tipo di spostamento. Del resto, prospettare una chiusura dei cinema alle ore 18:00, come accaduto per ristoranti e bar, avrebbe consentito alle sale cinematografiche di effettuare non più di uno spettacolo al giorno nel primissimo pomeriggio e non avrebbe permesso a noi distributori, con un mercato praticamente inesistente, di pianificare nuove uscite. Sono fermamente convinto che il Ministro Franceschini abbia lottato fino alla fine per mantenere aperti cinema e teatri, purtroppo senza successo. E ora? Ora bisogna mettersi subito al lavoro per mantenere in vita l’industria e gli operatori, per non far chiudere le aziende di esercizio e distribuzione. Già da oggi abbiamo riattivato il tavolo di emergenza della filiera, ma questa volta la sopravvivenza delle distribuzioni diventerà argomento centrale e sarà davvero messa a dura prova senza adeguate misure di supporto. Molti, in questo ultimo periodo, ci hanno definito il motore del mercato; bene, oggi questo motore ha la lancetta del carburante che segna rosso fisso ed ha bisogno di sostegno. Chiederemo un fondo perduto per le provvigioni perse negli ultimi 8 mesi, come già avvenuto per l’esercizio, e in attesa del decreto a sostegno delle spese di lancio per il prodotto nazionale, che venga previsto una forma di ristoro anche per le spese di lancio del prodotto internazionale penalizzato dalle chiusure. La nostra speranza è che questa chiusura duri il minor tempo possibile e che il 25 novembre possano riaprire le sale e affrontare così il periodo natalizio, che ricordo vale il 25% del box office italiano annuale. È importantissimo che la certezza sulla data di riapertura arrivi con largo anticipo per consentire a noi distributori di rimettere in piedi le campagne di lancio e comunicazione per i film natalizi, non potendo permetterci ulteriori perdite o false partenze, come accaduto per i film che sarebbero dovuti uscire dal prossimo weekend in avanti e per cui erano state portate a termine le campagne promozionali.
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