E-commerce, in Italia si può fare meglio
Secondo un recente studio pubblicato da Eurostat, l’Italia si colloca molto indietro nella classifica dei paesi UE (quintultimo posto) per quanto riguarda la spesa sulle piattaforme di shopping online. Infatti 2017 la nostra spesa online è cresciuta ma, se confrontata con i quella dei cittadini di altri Stati, gli italiani si trovano davanti soltanto a Croazia, Cipro, Bulgaria e Romania. Al primo posto troviamo i britannici, con l’86% delle persone (dotate di connessione a Internet) che ha acquistato almeno una volta online nel 2017. A seguire troviamo svedesi (84%) e danesi, tedeschi, lussemburghesi e olandesi (che si attestano tutti sull’80%). La media dei 28 Paesi monitorati è del 68%. L’Italia si attesta su una percentuale che è esattamente la metà della Gran Bretagna cioè circa il 43%, quota che nel 2012 era addirittura del 30%. La difficoltà ad accedere al Web è uno dei motivi principali di questi scarni risultati dell’Italia, infatti secondo i dati Eurostat nel 2017 solo il 73% della popolazione italiana ha utilizzato Internet e che quindi più di un quarto della popolazione non è potuto accedere al web. Per capire la portata di questi numeri basti pensare che in Danimarca e Svezia risulta collegato al Web il 97% della popolazione, nei Paesi Bassi il 96% e nel Regno Unito il 95%. Forse, ancora prima che culturale, uno dei principali limiti alla diffusione dell’e-commerce in Italia è legato alle infrastrutture.
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