Gruppo Bea: “Puntiamo su esposizione e design”
Per Ab, Claudio Gatti, Direttore Generale, e Jonas Bendaou, Responsabile Sviluppo del Gruppo Bea S.p.A.
Sull’ultimo numero di AB abbiamo intervistato Claudio Gatti, Direttore Generale, e Jonas Bendaou, Responsabile Sviluppo di Gruppo Bea S.p.A.
Come sta impattando la ristrutturazione sul vostro fatturato?
In modo decisamente importante. I nostri clienti sono prevalentemente installatori e imprese. I nostri showroom sono a servizio di questi operatori che oggi sono dedicati per larga parte sulla ristrutturazione. Quindi si, posso dire che oggi il 90% del nostro fatturato deriva da ristrutturazione.
Quali sono le iniziative che avete attivato per supportare i vostri clienti sul tema delle agevolazioni fiscali?
La prima cosa che abbiamo fatto è stato formare i nostri collaboratori. Le imprese, gli installatori e i professionisti hanno bisogno di informazioni e la prima persona a cui chiedono è il nostro venditore. Di conseguenza abbiamo ritenuto prioritario mettere i nostri dipendenti nella condizione di saper rispondere adeguatamente, evitando di generare quella sensazione di smarrimento tipica di quando ci sono novità normative, soprattutto quando queste prevedono una burocrazia piuttosto articolata. All’interno della nostra struttura abbiamo poi attivato uno sportello dedicato.
Quali sono gli interventi di ristrutturazione che vi richiedono?
Devo dire che c’è stato uno switch verso la ristrutturazione di altri ambienti, non solo il bagno. Oggi ci chiedono la ristrutturazione di tutto l’appartamento. Il Covid ha modificato molto il nostro stile di vita e questo oggi porta le persone ad avere esigenze diverse di spazio.
Qual è il valore medio dell’ordine per la ristrutturazione?
L’ordine medio si attesta intorno ai 7.000-8.000 euro. La qualità del prodotto che cercano è medio-alta, di sicuro non ci chiedono il prezzo e questo probabilmente è dovuto alle agevolazioni fiscali. Ciò che notiamo è che il design è un criterio di acquisto molto più diffuso, rispetto a prima. E noi investiamo molto nell’esposizione. Per noi è come l’uscita di una rivista, ogni 3 mesi cambiamo l’esposizione. Le persone che vengono da noi devono trovare novità e lasciarsi ispirare dal bello.
Com’è cambiata la vostra organizzazione nell’ultimo anno?
Siamo sicuramente più tecnologici, abbiamo cambiato il nostro modo di vedere le cose, ci siamo messi in discussione. È stato un processo di contaminazione delle idee, nato da un progetto che ha interessato un importante numero di studenti dello IED, coinvolti in attività di tirocinio extracurricolare. 12 di loro sono stati inseriti in struttura nell’ultimo anno. Quando i giovani entrano in un’organizzazione si percepisce subito. Ciò che abbiamo imparato è che non possiamo più dare le cose per scontate, ogni esigenza che ci arriva dal mercato è una ottima opportunità per fare la differenza.
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