De’Longhi: via Garavaglia il titolo crolla in Borsa
Il Ceo abbandona per 'motivi personali': Le azioni scendono del 10%.

L’amministratore delegato della De’Longhi, Massimo Garavaglia, lascia l’incarico “per motivi personali” come ha reso noto sabato l’azienda in un suo comunicato.
All’apertura delle contrattazioni il titolo del gruppo ha perso circa il 4% per poi crollare alle 15.30 a – 10%: circa trecento milioni di capitalizzazione in meno rispetto alla chiusura di venerdì. Tra i peggiori performer in una giornata in cui l’indice FTSE MIB è invece leggermente risalito. Gli investitori soprattutto esteri storicamente gradiscono la presenza di manager esterni nelle aziende a proprietà familiare.
Le dimissioni di massimo Garavaglia saranno operative dal 31 agosto prossimo e la società ha avviato le procedure per la successione. “In ogni caso”, tiene a precisare il comunicato, “il presidente Giuseppe De’Longhi detiene gli stessi poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione che spettano all’amministratore delegato, gli stessi in capo al vicepresidente Fabio De’Longhi in caso di assenza o impossibilità dell’amministratore delegato”.
Laureato alla Bocconi, dopo 23 anni nel gruppo alimentare svizzero Barry Caillebaut, Garavaglia era entrato in De’Longhi come CEO nel maggio 2020 subentrando a Fabio De’Longhi, figlio del fondatore e attuale presidente Giuseppe De’Longhi. Nel 2021 primo e unico anno interamente svolto sotto la direzione di Garavaglia, il gruppo De’Longhi aveva conseguito nel 2021 ricavi per 3,2 miliardi di euro, in crescita del 36,8% sul 2020.
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