Anec: Verdone al cinema, un’occasione mancata

L'associazione esprime il suo disappunto per la decisione di Filmauro di rinunciare a un'uscita capillare in sala con Si vive una volta sola

Non è passata inosservata l’uscita di Si vive una volta sola di Carlo Verdone in alcuni cinema romani di proprietà di Filmauro (My Cityplex Europa, My Cityplex Europa Savoy e My Cityplex Trianon) nonostante non fosse prevista una distribuzione nazionale del film sul grande schermo. Per questo Anec (Associazione Nazionali Esercenti Cinema) ha espresso oggi il suo disappunto verso questa scelta della Filmauro di Aurelio De Laurentiis attraverso le parole di Mario Lorini, presidente dell’associazione: «Una decisione incomprensibile quella di negare il film alla programmazione su tutto il territorio nazionale, anche solo per un periodo limitato. Anziché circoscrivere la disponibilità del film alle proprie sale, Filmauro avrebbe potuto partecipare attivamente, con prevedibile successo, alla ripartenza dei cinema, peraltro con un film sostenuto dal Ministero della Cultura, di sicuro impatto e molto atteso dal pubblico. Ferma restando la liceità dell’accordo con la piattaforma per il passaggio in streaming, si è voluta in questo modo negare la possibilità di usufruire della destinazione primaria del film nelle sale cinematografiche”.
E continua: «Inoltre, sono stati privilegiati dei cinema che, da giugno ad ottobre 2020, non avevano mai ripreso l’attività, chiusi dal marzo 2020 con l’eccezione delle proiezioni per la Festa del Cinema di Roma, svoltesi dal 15 al 25 ottobre in due cinema del gruppo. Una esclusiva del genere non solo non giova al mercato, ma va nella direzione opposta rispetto alla condivisione di ogni misura utile a fare della ripartenza del settore un evento rivolto al più ampio pubblico».

Per Lorini, si tratta di «una decisione questa che va nella direzione opposta a quella che tutta l’industria sta cercando di seguire, che  è quella di cercare con ogni mezzo di uscire da questa situazione in modo unitario, sacrificando tutti qualcosa ai propri interessi per metterlo a disposizione del sistema per far ripartire il mercato; dalla graduale riapertura delle sale, all’arrivo di nuovi film, dal riavvicinare  il nostro pubblico al ritorno in sala  in sicurezza, in quel “tempio dell’immagine” più volte ricordato da Carlo Verdone”, insieme ad  una campagna di promozione straordinaria, a cui tutti prendano parte, operatori, talents, artisti, con l’auspicata partecipazione del Mic. Tutto ciò in questa vicenda sembra non esser stato considerato, e questo ci fa veramente male».

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