Cinecittà, un patrimonio da non perdere…

Basta il semplice pensiero di Cinecittà per rievocare immagini senza tempo di film, set colossali, star italiane e internazionali consacrate per sempre nell’Olimpo della settima arte. Tornano alla mente grandi autori come Fellini, De Sica, Pasolini, Scola, Leone, Scorsese e Coppola, film come Ben-Hur, Amarcord, Quo vadis, Cleopatra, La dolce vita e Gangs of New York. E questo accade in tutto il mondo. Nel tempo, però, si è persa la consapevolezza di avere tra le mani un patrimonio inestimabile da coltivare, sviluppare ed esportare in tutto il mondo, a beneficio di tutta l’industria audiovisiva italiana. Promozione del cinema italiano all’estero, attrazione di produzioni internazionali e valorizzazione degli archivi sono le importantissime mission che dovrebbero essere in cima alle preoccupazioni di chi guida un’istituzione simile. E per fare questo serve qualcuno che si dedichi a tempo pieno alla gestione di Cinecittà, che abbia il coraggio di assumere decisioni coraggiose e si attorni di persone in grado di assumere il proprio ruolo con capacità e competenze. Un traguardo da cui oggi sembriamo ancora lontani… Suscita più di una perplessità, ad esempio, la doppia veste di Maria Pia Ammirati che, nonostante a inizio anno sia subentrata a Roberto Cicutto (oggi presidente della Biennale) in veste di presidente di Istituto Luce-Cinecittà, continua a restare alla direzione di Rai Teche. Incarico, quest’ultimo, che drena inevitabilmente tempo ed energie a un lavoro che dovrebbe richiedere il massimo della concentrazione. Allo stesso tempo il ritardo nell’assegnazione delle deleghe al nuovo Consiglio di amministrazione, nominato dall’Assemblea dei soci a inizio giugno, dimostrerebbe come ai vertici non ci sia una visione chiara sul rilancio di Cinecittà (e qui il ministro Franceschini deve fare chiarezza). Sicuramente l’estrazione finanziaria del nuovo direttore generale Claudio Ranocchi, che mantiene ad interim il ruolo di direttore amministrazione finanza e controllo della società, può aiutare in questo momento difficile. Ma non basta. Bisogna rendersi conto che è questo il momento di ripartire, di dare un segnale forte al mondo intero, di mostrare che Cinecittà è pronta ed è in grado di ospitare in forze set da tutto il mondo, di promuovere il cinema italiano e di saper valorizzare al massimo gli ingenti archivi a disposizione. Se non ora, quando?

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