Cover Story: Cristina Priarone svela le nuove strade di Italian Film Commissions

Riconfermata alla guida dell’associazione, la presidente ripercorre le attività volte alla promozione dei territori audiovisivi italiani, evidenzia la necessità di un tax credit “programmabile”, e dal MiC auspica linee guida che siano un riferimento per tutte le Film commission italiane

Di seguito un lungo estratto della cover story dedicata a Cristina Priarone, presidente di Italian Film Commissions, pubblicata su Box Office del 15-30 marzo 2023 (n. 5). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Presidente dell’associazione Italian Film Commissions, direttore generale di Roma Lazio Film Commission, vicepresidente di CineEuropa e giurato del premio Strega. Manager dai molteplici ruoli, Cristina Priarone potrebbe essere definita la frontwoman per la promozione dei territori audiovisivi italiani. Appena riconfermata alla guida di IFC (composta da 20 film commission) per il prossimo triennio, ha dimostrato una grande attitudine nella costruzione di “ponti” con i Paesi esteri, favorendo la promozione del cinema italiano e rendendo l’Italia un territorio sempre più attrattivo per le produzioni internazionali. E a proposito di crescita e sviluppo, Cristina Priarone ha le idee chiare e auspica una doppia linea di intervento: linee guida nazionali, fornite dal MiC, che siano un riferimento per tutte le film commission italiane che intendono garantire elevati standard qualitativi in termini di servizi, strutture e risorse, e certezza e programmabilità del tax credit («essenziale per studios e piattaforme che pianificano produzioni audiovisive con larghissimo anticipo»). 

In un sistema globalizzato e sempre più concorrenziale, quali sono i progetti di IFC per rendere l’Italia più competitiva a livello internazionale?
«Per essere concorrenziali è necessario lavorare su più direttrici, a partire dai servizi base dell’audiovisivo che si devono dimostrare efficienti e all’altezza della domanda. Ad esempio intendiamo rispondere al meglio alla crescente richiesta, da parte delle produzioni internazionali, di servizi, maestranze e professionalità all’avanguardia, che devono essere formate e incrementate per rispondere a ogni nuova necessità. Allo stesso tempo va tutelato, promosso e trasmesso alle nuove leve il grande knowhow italiano relativo a costumi, costruzioni e accessori che ha fatto grande il nostro cinema nel mondo. Siamo poi al lavoro per pianificare azioni volte a migliorare gli strumenti già a nostra disposizione. L’armonizzazione dei fondi regionali, affinché non siano basati su regolamenti confliggenti tra le varie regioni e siano di agile fruizione in termini di scadenze, modulistica e rendicontazione, è un obiettivo su cui IFC si sta impegnando molto, perché ormai le produzioni per lo stesso progetto fruiscono di fondi diversi e girano in più territori. Abbiamo realizzato un’analisi dettagliata dei nostri fondi regionali, per arrivare a elementi di indirizzo comuni, utili per un sistema virtuoso di fondi e sostegni. Naturalmente, il tax credit al 40% si conferma il sostegno cardine su cui poggia l’attrattività del nostro Paese, a cui si aggiungono i fondi regionali promossi dalle film commission. È in corso anche una virtuosa collaborazione con DG Cinema e DG Musei per favorire l’accesso ai Beni culturali per le riprese, con tariffe e meccanismi migliorativi. IFC, quindi, lavora costantemente al fianco delle film commission regionali per migliorare assistenza, professionalità e servizi attraverso interventi ad hoc e promozione a ampio spettro. Non da ultimo, promuoviamo costantemente le location private e pubbliche italiane, che spaziano dai  Beni culturali a una moltitudine di luoghi incantevoli e sconosciuti che si prestano alle più svariate richieste. In particolare per le location pubbliche,  con DG Cinema e Cinecittà portiamo avanti la promozione anche sulla piattaforma rinnovata di Italy for Movies».

Com’è strutturata la squadra di IFC?
«Da sempre IFC presenta una struttura snella e dinamica, con un Coordinamento al servizio dell’attività associativa. Nel nuovo Consiglio Direttivo ricopro il ruolo di presidente e sono coadiuvata dai due vicepresidenti Paolo Manera (al suo secondo mandato) di Film Commission Torino Piemonte e il neoeletto Maurizio Gemma di Film Commission Regione Campania. Due professionisti con un approccio costruttivo e di grande apertura, con una lunga esperienza di successo in strutture significative come il Piemonte, prima film commission nata in Italia, e la Campania, territorio audiovisivo in continua evoluzione. Infine ricordo la nostra Segretaria generale e tesoriere Tina Bianchi, figura essenziale e sempre in prima linea».

Non tutte le film commission possono contare su fondi annuali certi ed erogati con il giusto anticipo per pianificare attività. Quanto incide questa incertezza e come si può invertire questo trend? 
«Il sistema delle film commission è fortemente incisivo nel panorama audiovisivo italiano in termini di risorse, essendo quasi 53 i milioni di euro promossi e amministrati dalle FC, ma anche sul fronte strategico, come dimostra il milione di euro stanziato da Netflix e che Italian Film Commission ha erogato a favore delle maestranze disoccupate durante l’emergenza sanitaria. Per questo si rende necessario che tutte le film commission siano messe in grado di rispettare determinati standard di professionalità, strutture e, soprattutto, di risorse umane e finanziarie. Ma sono fiduciosa e mi auguro di assistere presto alla scomparsa di questo orizzonte d’incertezza, grazie alla collaborazione con il MIC e all’individuazione di linee d’ispirazione nazionali».

Che tipo di interventi auspica?
«Chiaramente le Regioni decidono autonomamente il tipo di sostegno destinato alle proprie film commission; l’impostazione regionale è fondamentale per una loro identità creativa e strategica, ma sarebbe utile potersi ispirare a linee guida nazionali che siano un riferimento per tutte le regioni, in termini di risorse e servizi offerti, sotto alle quali sia auspicabile non scendere. Ogni FC dovrebbe basarsi su coordinate operative e strategiche che garantiscano elevati standard, nell’alveo di un binomio inscindibile caratterizzato da professionalità specifiche e da risorse che assicurino un solido orizzonte di programmabilità. Perché se una film commission non è messa in grado di funzionare adeguatamente, questo non va a incidere negativamente solo sul territorio di riferimento ma su tutto il sistema. Inoltre, ogni regione italiana, con le sue meraviglie naturalistiche, artistiche, culturali e imprenditoriali, rappresenta attraverso la sua film commission un’eccezionale chance di valorizzazione del Paese, che è importante non perdere».

Quali incentivi e servizi sono i più apprezzati dai produttori internazionali che intendono girare nel nostro Paese?
«Durante il nostro recente training annuale delle film commission abbiamo ospitato interessanti panel – grazie alla partecipazione di Giampaolo Letta, Massimiliano Orfei, Maria Pia Ammirati, Domizia De Rosa e del Sottosegretario Lucia Borgonzoni – e la masterclass con uno dei più grandi location manager a livello mondiale, Ben Firminger, attivo su produzioni come Mission: Impossible, 007 e Star Wars, che ha confermato come l’efficienza e la programmabilità del tax credit italiano siano elementi cruciali per le produzioni internazionali. Per questo come film commission promuoviamo costantemente questo strumento nei mercati esteri, a partire dagli Stati Uniti, affiancando poi  tutti i servizi in loco e i fondi regionali». 

Oggi quanto incide sul sistema produttivo italiano l’imponente mole di progetti audiovisivi commissionati dalle piattaforme streaming e girati in Italia?
«Questo processo ha dato un enorme slancio a livello occupazionale, ha generato grandi opportunità e ha portato alla costruzione di nuovi progetti, dando un nuovo impulso a serialità e docufiction. Ha innescato anche un meccanismo di booster alla nostra produzione, svelando nuovi talent italiani alla ribalta internazionale e contribuendo all’allargamento del nostro star system. Per cui ben venga questa imponente mole di progetti audiovisivi commissionati dalle piattaforme streaming, è importante però che ciò si consolidi come processo continuativo e non come fortunata “bolla” contingente. E ciò può avvenire solo con l’offerta di un alto standard di professionisti, servizi, location e con l’affidabilità riconosciuta di operatori e strumenti».

Che tipo di interlocuzione è in corso con il Governo per incrementare la capacità attrattiva dell’Italia nei confronti delle produzioni internazionali?
«C’è un continuo dialogo tra Italian Film Commissions e i referenti istituzionali nazionali, con cui valutiamo anche…. »

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