Cover Story: Daniel Frigo e il valore di Disney

Pubblichiamo un estratto dell’intervista di copertina di Box Office del 30 novembre, disponibile anche in versione digitale

Di seguito un estratto dell’intervista a Daniel Frigo, Country Manager Italy & TIG and Head of Studio Distribution Italy di The Walt Disney Company Italia, pubblicata su Box Office del 30 novembre (n. 19). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

Siamo orgogliosi del ruolo cruciale che Disney ha avuto in una fase così difficile e sofferta per il mercato italiano». Sono queste le parole di Daniel Frigo, Country Manager Italy & TIG and Head of Studio Distribution Italy di The Walt Disney Company Italia, nel descrivere il sostegno essenziale che la major ha riservato alla ripartenza del cinema nel 2021. Un riavvio dei motori che ha visto Disney scendere in campo con titoli molto attesi quali Crudelia, Black Widow e Shang- Chi, infondendo nuova linfa vitale in un settore in forte difficoltà e incentivando il ritorno in sala del pubblico. «Riteniamo molto positivi i risultati complessivi ottenuti da questi tre film», ha dichiarato Daniel Frigo. «Naturalmente la valutazione non può essere fatta con gli stessi criteri di pre-pandemia. A mio avviso, il grande valore, non quantificabile in termini monetari, è stato proprio il fatto di avere immesso nel mercato titoli di grande peso in una fase molto delicata dopo sei mesi di chiusura totale. Servivano titoli di richiamo che potessero fare da volano alla comunicazione della riapertura delle sale e, per questo, abbiamo scelto di sostenere l’industria nel suo insieme. Resta complessa un’analisi oggettiva del box office, proprio per la straordinarietà del momento. Tra l’uscita di Crudelia e Black Widow, ad esempio, i cinema riaperti si aggiravano mediamente intorno al 50-55% del parco sale complessivo, con capienza ridotta al 50% e distanziamento; il pubblico aveva perso l’abitudine di frequentare la sala, considerata l’emergenza sanitaria iniziata a fine febbraio 2020. Inoltre, la ripartenza è avvenuta alle porte dell’estate, da sempre un periodo complicato per il nostro mercato, anche prima della pandemia. In questo senso, siamo molto soddisfatti della performance complessiva di questi film e siamo orgogliosi del ruolo cruciale che Disney ha avuto in una fase così difficile e sofferta per il mercato italiano».

Daniel Frigo (© Virginia Bettoja/courtesy of The Walt Disney Company Italia)

E la sua opinione generale su questa ripartenza? Siamo sulla buona strada per tornare ai livelli pre-pandemia?
Credo si possa cominciare a parlare di vera ripartenza a partire da agosto, quando si è registrata un’immissione regolare di titoli di forte richiamo e quando il numero delle sale aperte ha iniziato a crescere. Certo, non sono mancati ostacoli lungo il percorso, come l’introduzione del green pass che, soprattutto all’inizio, ha avuto un impatto pesantissimo sui risultati dei film. La situazione è pian piano migliorata con l’aumento dei vaccinati con almeno una dose. Finora abbiamo assistito a una crescita lenta ma abbastanza costante. Fino all’uscita di Dune sembrava non si riuscisse a superare la barriera dei 5 milioni di euro, poi sia il film di Villeneuve che No Time to Die hanno portato questa soglia sopra i 7 milioni, seguiti da Venom 2. Da questa situazione sembra emergere un pubblico ancora concentrato su pochissimi titoli, tendenzialmente appartenenti a franchise o con una fan base dell’IP consolidata nel tempo, come può essere il caso di Dune. Per il resto del prodotto la strada è in salita, a partire dal genere animation. Se, quindi, da una parte si assiste a un trend incoraggiante, dall’altra c’è la necessità di fare uno scatto ulteriore, con un’azione corale di tutti. In ogni caso sono molto ottimista anche per i risultati ottenuti in altri Paesi e credo che l’Italia non tarderà ad allinearsi. È solo una questione di tempo.

Pensa che in futuro il mercato ruoterà unicamente attorno a film-evento e franchise?
In realtà, a ben vedere, la recente pandemia ha ridotto questa tendenza: c’è stato un abbattimento generalizzato del box office per singolo film che in qualche caso sembra aver avvantaggiato – con le dovute cautele e proporzioni – alcuni titoli più autoriali. Non penso che in un futuro il cinema ruoterà solo attorno ai grandi blockbuster e credo che tutti i film abbiano diritto ad avere lo spazio che meritano, cosicché tutti i potenziali pubblici possano sempre trovare al cinema il titolo più in linea con i loro gusti. Ciascun film non va ridotto solo ai numeri che genera al box office, bensì anche per l’impatto culturale che porta con sé. Per citare Woody Allen, “se i miei film non fanno incassi, significa che sto facendo qualcosa di buono”. In questo senso dovremmo sfruttare la cassa di risonanza dei blockbuster per avvicinare più persone possibili al cinema, nella speranza che cresca il desiderio di rivivere l’esperienza cinematografica anche attraverso altri titoli “non evento”.

Assassinio sul Nilo (© Rob Youngson/2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved./courtesy of The Walt Disney Company Italia)

Secondo lei quali trasformazioni saranno irreversibili e con quali di queste il mercato dovrà fare i conti al più presto?
Forse è ancora presto per capire quale sarà davvero la nuova realtà in cui ci troveremo a operare. Abbiamo assistito a una accelerazione improvvisa di fenomeni che erano già in essere e in evoluzione, come l’affermazione delle piattaforme streaming. Certo dovremo capire se il pubblico si focalizzerà sempre più sui film-evento, se tutti i potenziali target di spettatori torneranno al cinema e quando questo avverrà. Ma prima dovremo avvicinarci il più possiile a uno stato di normalità, dove ci saremo lasciati alle spalle il Covid.

A differenza del Nord America, in Italia la modalità Premium vod non sembra risultare tra le opzioni più attrattive per il grande pubblico. Pensa che in futuro questo trend possa cambiare?
Se c’è una cosa che è stata confermata in questi due anni è che tutto può cambiare e molto più in fretta di quanto possiamo immaginare. Nel caso specifico, rispetto a un mercato come quello Nordamericano, la modalità Pvod è certamente meno nelle corde della platea italiana, anche se lentamente potrebbe inserirsi maggiormente tra le opzioni considerate dagli italiani.

Come valuta in Italia le sperimentazioni effettuate sulle uscite day-and-date tra cinema e Disney+?
Siamo soddisfatti delle sperimentazioni effettuate con la contemporaneità tra Accesso VIP su Disney+ e uscita cinematografica. I risultati sono stati superiori alle attese senza impattare il box office theatrical e confermando la centralità della sala.

Red (© 2021 Disney/Pixar. All Rights Reserved./courtesy of The Walt Disney Company Italia)

Per i film Disney in uscita a fine anno, si è optato per una window theatrical esclusiva di 45 giorni prima di approdare su Disney+. Quali le ragioni dietro questa strategia?
In linea di massima la window di esclusiva theatrical per i prossimi titoli Disney è di 45 giorni, ma potrà variare a seconda dei film. In questo momento è necessaria la massima flessibilità nelle strategie per intercettare e soddisfare le necessità del consumatore, fornendo più opzioni per la fruizione di un contenuto.

Quali saranno i prossimi film Disney in uscita sul grande schermo?
Nei prossimi mesi sono in arrivo tanti grandi titoli che faranno emozionare e divertire il pubblico di tutte le età. A cominciare dal nuovo adattamento cinematografico del grande classico West Side Story, diretto da Steven Spielberg, e The King’s Man – Le origini, terzo capitolo della saga che includerà anche alcune sequenze girate in iconiche location piemontesi tra cui il Castello di Racconigi, la Reggia di Venaria, il Palazzo Reale di Torino, Lungo Po Diaz a Torino e il comune di Venaria. A dimostrazione di quanto il nostro Paese sia importante per la filiera cinematografica. Nel corso del 2022 arriveranno Deep Water, il ritorno al thriller di Adrian Lyne con Ben Affleck e Ana De Armas, e La fiera delle illusioni – Nightmare Alley di Guillermo del Toro e con un cast d’eccezione composto da Cate Blanchett, Bradley Cooper, Willem Dafoe, Toni Collette e Rooney Mara. Prima della notte degli Oscar uscirà in sala Gli occhi di Tammy Faye, dove il pubblico potrà ammirare la straordinaria interpretazione della protagonista Jessica Chastain, che ha presentato il film a Roma in occasione della Festa del Cinema. Dopo il grande successo in Italia e in tutto il mondo di Assassinio sull’Orient Express, Kenneth Branagh torna nei panni dell’iconico detective Hercule Poirot nella nuova avventura Assassinio sul Nilo. Senza dimenticare i nuovi arrivi in casa Disney e Pixar, Red e Lightyear – La vera storia di Buzz, e gli attesissimi titoli Marvel Studios Doctor Strange nel multiverso della follia e Thor: Love and Thunder.

Un grande tema nel mercato italiano è l’assenza di dati che aiutino a profilare i target di pubblico. Come si può invertire questo trend?
Anche se ad oggi non esiste ancora una vera profilazione degli “utenti cinema”, qualcosa in questa direzione si sta muovendo. Stiamo, però, parlando di un mercato ancora molto frammentato e senza un sito aggregatore (come, ad esempio, Fandango.com negli Stati Uniti) che consentirebbe la vendita di biglietti per tutti i cinema italiani, portando a una raccolta sistematica e continua di dati del pubblico. Inoltre, in Italia abbiamo ancora un’alta percentuale di persone che comprano i biglietti al botteghino, rendendo quindi difficile ogni possibile classificazione e segmentazione. Ma grazie un periodo che ha favorito gli acquisti online e contactless, ci stiamo gradualmente movendo verso una digitalizzazione dell’intera filiera. Un trend che potrebbe portare a una sempre maggiore condivisone di dati tra distributori ed esercenti, volta a rendere più efficienti e produttive le campagne marketing (soprattutto quelle digital). Ci sono ricerche di mercato che, oltre ai consueti dati socio-demografici, ci aiutano a identificare meglio il profilo, la dieta mediatica e le abitudini più frequenti degli spettatori tipo per singolo film o genere. Potremmo così arrivare a…

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