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Home Cinema

Dalla censura ai bollini: nuove norme e diverse criticità

Facciamo il punto e analizziamo la nuova regolamentazione sulla tutela dei minori nel settore cinematografico

Valentina Torlaschi by Valentina Torlaschi
11 Gennaio 2022
in Cinema
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Dalla censura ai bollini: nuove norme e diverse criticità
(© iStock)

Di seguito un estratto di un articolo pubblicato su Box Office del 15-30 dicembre (n. 20-21). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

Il dibattito sull’urgenza di una riflessione sulla regolamentazione dei divieti ai minori nella visione di un film in sala si era riacceso lo scorso ottobre quando La scuola cattolica di Stefano Mordini (Warner) era stato proibito agli under 18. Ora si torna sull’argomento “censura” perché, dal 3 novembre 2021, con la pubblicazione delle disposizioni attuative (art. 7, comma 2, del decreto legislativo 7 dicembre 2017, n. 203 e successive modificazioni), è entrato in vigore l’obbligo dei cosiddetti bollini. Ovvero, tutto il materiale promozionale di un film in uscita (dal trailer al poster, passando per le pagine social) dovrà riportare l’icona con la classificazione dell’opera – per esempio se adatto a tutti o vietato ai minori – e quelle sulla presenza di contenuti sensibili, quali sesso, violenza, uso di armi… Una regolamentazione che, soprattutto nelle prime settimane, ha mostrato diverse criticità, o comunque ampi margini di miglioramento. Andiamo innanzitutto a vedere nel dettaglio come funziona tale obbligo dei bollini, inserito nel contesto più generale della Legge di tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche e audiovisive, per metterne in luce i punti più problematici.

(© iStock)

IL TOTO-ICONE

Partiamo da un’analisi generale delle icone. Le categorie per la classificazione di un film (ovvero da che età un film è adatto o vietato) sono quattro: per tutti; non adatto ai minori di anni 6; vietato ai minori dianni 14; vietato ai minori di anni 18. I contenuti sensibili suscettibili di segnalazione sono invece sei: violenza; sesso; uso di armi; linguaggio e turpiloquio; uso di sostanze stupefacenti o alcol; discriminazione e incitamento all’odio. A ognuna di queste categorie corrisponde un’icona che dovrà essere pubblicata, come si diceva, su tutto il materiale promozionale, compreso “il sito Internet e le pagine social delle sole società di produzione e di distribuzione dedicate all’opera, nonché il sito internet e le pagine social della sala cinematografica che proietta l’opera”. Ecco che si pone subito un problema di tempistiche: la classificazione di un film e la presenza di contenuti sensibili viene infatti decisa da un’apposita Commissione nominata dal MiC che, però, rende nota la sua decisione a ridosso dell’uscita in sala (per Ghostbusters: Legacy, in uscita il 18 novembre, il verdetto è stato reso noto il 15 novembre). Dunque, le case di distribuzione si trovano a impostare il materiale promozionale scegliendo in anticipo le icone da usare, cercando di indovinare non solo il possibile divieto ai minori (cosa che succedeva già ma per un numero limitato di film) ma soprattutto quali dei contenuti sensibili sono ritenuti importanti da segnalare. E non sono decisioni banali. Per i distributori la questione dell’autovalutazione dei propri film è la criticità principale, soprattutto per quei titoli delle major la cui promozione prende il via con un anno (se non di più) di anticipo rispetto all’uscita in sala. Detta molto semplicemente: come si può decidere quali bollini mettere sui teaser trailer, per esempio, di Jurassic Park: Il dominio? Senza aver potuto vedere il film, conoscendo la saga, si può tranquillamente ipotizzare che sarà un film per tutti/non adatto ai minori di 6 anni; ma avrà dei contenuti sensibili da segnalare, per esempio scene di turpiloquio o presenza di armi? Molto probabilmente no, ma è pur sempre una supposizione. E la situazione diventa ancora più complicata per quei film che non fanno parte di una franchise e sui quali si vuole mantenere il massimo riserbo. Come è possibile decidere che icone mettere sui trailer e poster dei prossimi film di Nolan o Michael Bay, film che anche gli addetti ai lavori potranno vedere solo a ridosso dell’approdo nei cinema? Nel caso poi in cui la casa di distribuzione si sbagli nelle previsioni, e la Commissione assegni all’opera una classificazione e contenuti sensibili diversi da quelle proposti, come si legge testualmente nel decreto, “il produttore o il distributore deve aggiornare le icone sui materiali promozionali dell’opera”. Con costi aggiunti a proprio carico, ovviamente, visto che le società dovranno chiedere alle proprie agenzie di comunicazione esterne di rifare poster, trailer e spot. A questo, va poi sommato un ulteriore dispiego di forza lavoro, visto che è sempre il distributore a doversi far carico “di comunicare la variazione della classificazione all􏰂’esercente che proietta l’􏰂opera affinché provveda ad aggiornare l􏰂’infor􏰀mazione sulla classificazione􏰃. Pri􏰀ma di questo decreto, l􏰂’unica criticità forte riguardava gli spot Tv, perché se a un film􏰀, a ridosso dell􏰂uscita, veniva dato dalla Comm􏰀􏰀issione un divieto ai minori non previsto dalla distribuzione, si dovevano riprogramm􏰀􏰀are le pubblicità on air del film fuori dalla fascia protetta.
Da segnalare poi, nel decreto in questione, alcuni 􏰄vuoti􏰃 di indicazioni i􏰀mportanti. Se per poster, trailer e spot, i criteri di visibilità dei bollini sono chiari e precisi, non è d􏰂’altro canto presente nessuna direttiva per la radio: in un prom􏰀o radiofonico co􏰀me si devono segnalare i contenuti sensibili? Elencandoli per 10 secondi quando uno spot ne dura 30? Nessuna 􏰀menzione, poi, viene fatta per le operazioni di co-􏰀marketing, 􏰀mentre la pro􏰀mozione social è citata 􏰀ma in 􏰀maniera vaga, senza tener conto delle specificità delle realtà em􏰀ergenti, in pri􏰀mis TikTok.

Un esempio di bollini sui poster di “Illusioni perdute” e “Supereroi” (elaborazioni grafiche di Box Office)

SENSIBILI, MA QUANTO SENSIBILI?

Com􏰀e accennato, la decisione da parte dei distributori/produttori su quali icone scegliere è tutt􏰂’altro che banale. Se negli anni si è or􏰀mai m􏰀aturata una certa esperienza sul probabile divieto ai m􏰀inori di un film (va quasi da sé che un horror 􏰄classico􏰃 sarà vietato agli under 14), l􏰂’individuazione dei contenuti sensibili è terreno total􏰀ente nuovo. Ed è un processo tutt􏰂’altro che 􏰀matem􏰀atico. Perché se chiunque è in grado di vedere se in un film si consum􏰀a alcool, in quali casi…

Per leggere il testo integrale, scaricare l’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di ripresa si prega di citare e linkare www.e-duesse.it
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