Dario Franceschini: «È il momento di una nuova alleanza»

Il ministro della cultura ritiene che siamo alle porte di un cambiamento d’epoca, dove molte cose andranno ripensate, e richiama a una rinnovata collaborazione tra i protagonisti della filiera cinematografica

Di seguito un estratto dell’intervento di Dario Franceschini, ministro della cultura, pubblicato sul numero speciale di Box Office del 15-30 gennaio (n. 1-2), realizzato in occasione dei 25 anni della rivista. Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

«l cinema è sin dai suoi esordi una magia molto potente, capace di emozionare gli spettatori e renderli autenticamente partecipi di una storia nella quale riconoscersi, in singolare condivisione con gli sconosciuti insieme ai quali si assiste a una proiezione», scrive sulla rivista Box Office Dario Franceschini, ministro della cultura. «Ognuno di noi ha visto almeno un film che gli ha cambiato la vita o gli ha aperto una nuova visione del mondo, spesso immediatamente partecipata con altre persone presenti in sala alla proiezione. Oggi questo incantesimo, divenuto un fenomeno di massa, si è spezzato per oltre un anno e mezzo, per lo meno nella forma in cui tutti eravamo abituati a goderne. Le misure per il contenimento della pandemia, attuate a partire da marzo del 2020, hanno imposto una prima chiusura delle sale cinematografiche, seguita da una prima riapertura estiva, culminata nell’incoraggiante svolgimento della Mostra del Cinema di Venezia, e poi bruscamente terminata a ottobre da una nuova serrata proprio alla fine della Festa del Cinema di Roma, durata fino all’inizio della scorsa estate. Quest’anno le edizioni delle due rassegne al Lido e all’Auditorium sembrano esser state un viatico più incoraggiante, di cui attendiamo con fiducia gli sviluppi nel corso dell’inverno. In queste circostanze di assoluta emergenza, il MiC ha da subito avviato una serie di considerevoli interventi per sostenere l’intera filiera di quella che indiscutibilmente rappresenta la prima industria creativa del Paese. Un’industria capace di generare crescita e di accompagnare la promozione dei pilastri del made in Italy, a partire da
moda, cibo, design e turismo.

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Finora al sostegno del cinema sono stati destinati quasi un miliardo e quattrocento milioni di euro: dall’incremento del fondo cinema all’innalzamento al 40% del tax credit per gli investimenti nell’industria cinematografica; dai contributi a fondo perduto per il ristoro dei mancati incassi delle sale all’esenzione dell’IMU per i cinematografi fino al 2022; dai ristori per la distribuzione alle risorse straordinarie per l’Istituto Luce Cinecittà. Tutti questi provvedimenti sono stati declinati nei vari decreti attuativi che la Direzione Generale Cinema ha prodotto in tempi decisamente rapidi, attivando numerosi bandi dedicati ai diversi protagonisti della filiera, di cui si può avere immediata contezza sulla pagina www.cultura.gov.it/covid19 sulla home page del sito del MiC. Un sostegno doveroso, che   proseguito sino a quando è stato necessario, eppure non sufficiente a rivitalizzare questa industria chiamata a un ripensamento profondo dei propri modelli produttivi, distributivi e di fruizione. Infatti, nel momento stesso in cui si spegnevano le luci dei proiettori nei cinema, si assisteva all’accensione in milioni di case delle miriadi di piccoli schermi dei più svariati dispositivi domestici che hanno accompagnato, per un lungo periodo, le nostre esistenze: dai tablet agli smartphone, dai pc ai televisori. Tutti noi, privati della magia della visione condivisa del cinema, abbiamo avuto, come unico mezzo narrativo, il piccolo o il piccolissimo schermo. Improvvisamente ci siamo trasformati in una moltitudine di solitudini, destinata a vivere alimentando il proprio immaginario in maniera frammentata e solitaria: non più in tanti riuniti all’interno di una sala a guardare lo stesso film, ma ciascuno a casa propria ad assistere a un prodotto filmico diverso, talvolta spiazzati dalla grande offerta delle piattaforme di video on demand.

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Tanto è vero che anche i più autorevoli critici e i principali recensori delle pagine degli spettacoli dei quotidiani si sono affrettati ad affiancare l’informazione che già da anni era presente online, raccontando più diffusamente, nei propri articoli, le serie e i film presenti nelle diverse piattaforme. Allo stesso tempo, i social network si sono ancora di più confermati gli strumenti in cui si alimenta il passaparola che fa il successo di un prodotto, attraverso la condivisione e i like, lanciando tante serie di qualità, sia italiane che estere, alle quali in molti hanno assistito con interesse e piacere. Grazie al successo della campagna vaccinale e all’introduzione del green pass, le sale cinematografiche hanno potuto riaprire al pubblico e le persone sono tornate ad affollarle. Allo stesso tempo, attraverso le campagne di comunicazione per incoraggiare il ritorno in sala e a teatro, il Ministero sta promuovendo il ritorno a queste abitudini. Ma è chiaro che siamo davanti a un cambiamento d’epoca. I mutamenti saranno durevoli, se non addirittura permanenti, per tutta l’industria cinematografica. Ora che il pubblico può tornare in sala, con desiderio ed emozione, tutto il mondo che si è sviluppato…».

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