Finalmente si profila il pubblico in Italia

Uno sguardo in esclusiva alla ricerca "CineExpert Italia" commissionata da Universal Pictures a Vertigo/Ergo Research per raccogliere informazioni qualitative sul pubblico

Di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Box Office pubblicata su Box Office del 15-30 marzo (n. 5-6). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

I report e le ricerche quantitative, da soli, non bastano più. Sono gli stessi addetti ai lavori a ripeterlo da anni: per una resa migliore del mercato cinematografico, è necessario avere anche dati qualitativi degli spettatori. Per ottimizzare l’offerta di cinema in sala, ma anche per rendere più efficaci le campagne marketing, bisogna conoscere le caratteristiche anagrafiche, di genere, di comportamento degli spettatori. Insomma, serve profilare il pubblico. In Francia, questo, lo fanno da anni: la società Vertigo – specializzata in studi e ricerche di mercato per diversi settori dell’intrattenimento – offre infatti a distributori, esercenti e produttori diversi servizi di raccolta dati e di analisi che tracciano settimanalmente l’identikit dei moviegoers e prevedono gli incassi dei film in uscita con stime spesso non lontane dai risultati reali. Un servizio di cui il Ceo Sylvain Bethenod ci ha parlato diffusamente sul numero di Box Office del 15-30 dicembre 2021. Ora anche in Italia, grazie a Universal Pictures, si stanno muovendo i primi importanti passi sui sentieri dell’Entertainment Marketing Research: la società del gruppo Comcast ha, infatti, commissionato proprio a Vertigo, con la gestione di Ergo Research, un report mensile di profilazione del pubblico italiano. La ricerca, denominata “CinExpert Italia”, ha lo scopo di descrivere nel dettaglio chi frequenta le sale in modo da identificare chiaramente il target di riferimento di ogni titolo: informazioni che in futuro saranno essenziali per calibrare al meglio i lanci dei film, realizzare campagne marketing più mirate e ridurre la dispersione degli investimenti.

L’impulso per dare il via anche in Italia a questo fondamentale strumento è arrivato da Xavier Albert, direttore generale e amministratore delegato di Universal Pictures International Italy, che, forte della sua lunga esperienza in Francia, sostiene con forza – lo ha ribadito anche sulle pagine del numero speciale per i 25 anni di Box Office – una maggiore condivisione di dati e azioni su larga scala per profilare il pubblico.

Ecco dunque come è nato il progetto di “CinExpert Italia”, partito con l’analisi di dicembre 2021, che Universal ha in programma di portare avanti per tutto il 2022. In esclusiva per Box Office, sulla rivista è pubblicata un’anteprima della ricerca per il mese di dicembre 2021 e gennaio 2022, di cui qui sotto vi riportiamo 2 slide. 

INGRESSI: ITALIA VS. FRANCIA

Visto che l’intero processo è gestito in collaborazione con Vertigo Research, che conduce la ricerca “CinExpert France” con la stessa metodologia, è possibile fare un confronto attendibile del mercato italiano con quello francese. In queste due slide, ad esempio, sono messe a confronto le presenze nei cinema italiani e francesi per il mese di gennaio 2022, sia rispetto a gennaio 2020 che a dicembre 2021. Come si vede nella Fig.1, a gennaio 2022 le presenze in Italia segnano ben -74%, mentre in Francia solo -27%. Il calo nettamente maggiore del nostro mercato è dovuto al confronto con l’eccezionalità del mese di gennaio 2020 quando nei nostri cinema era uscito Tolo Tolo che portò le admissions intorno ai 16 milioni, oltre 1,2 milioni sopra il dato francese.

(Fig.1)

Nella Fig.2 emerge come il rapporto fra gli ingressi relativi al mercato theatrical italiano per il mese di dicembre del 2021 e quelli francesi è di 1:3,8 (praticamente a ogni biglietto staccato in Italia, corrispondono 4 biglietti staccati in Francia). Il rapporto scende per il mese di gennaio a 1:2,6 perché gli ingressi in Francia a gennaio 2022 sono calati – a causa del picco pandemico – del 48% rispetto a dicembre 2021, mentre in Italia la flessione nello stesso periodo è stata “solo” del 25%.

(Fig.2)

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