Inchiesta Distribuzione ed Esercizio, una convivenza complessa – Puntata 1

Com’è cambiato il rapporto tra distribuzione ed esercizio dopo due anni di pandemia? La parola ai direttori commerciali e ai manager di alcune distribuzioni

Di seguito la Puntata 1 dell’INCHIESTA DISTRIBUZIONE ED ESERCIZIO pubblicato su Box Office del 15 giugno (n. 11). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista. La Puntata 2 dell’inchiesta, con le interviste agli esercenti, verrà pubblicata sul prossimo numero di Box Office del 30 giugno-15 luglio

A due anni dallo scoppio della pandemia e dopo un anno di attività continuativa delle sale cinematografiche – pur tra alti e bassi – riteniamo sia giunto il momento di fare un punto sul rapporto tra distribuzione ed esercizio. È l’ora di interrogarsi su cosa è (o non è) cambiato nella relazione tra commerciali ed esercenti, due estremità di uno stesso filo dal cui equilibrio e solidità dipendono i risultati del business cinematografico. Un business che è stato indubbiamente messo alla prova ed è tuttora alle prese con un mercato che fatica ad assestarsi. In questa prima puntata dell’inchiesta “Distribuzione ed esercizio” abbiamo interrogato i direttori commerciali e i manager di alcune distribuzioni italiane, nel tentativo di cogliere trasformazioni, criticità, aspetti virtuosi e questioni che necessiterebbero un cambio di passo per migliorare processi e rapporti professionali tra le parti. Il dialogo proseguirà poi nella seconda puntata di questa inchiesta sul prossimo numero di Box Office dove sentiremo l’altra campana, ovvero l’esercizio. Un confronto che speriamo possa generare nuovi spunti di lavoro e incentivare un rinnovato spirito di collaborazione. Perché se oggi una cosa è chiara, è che per risollevare le sorti del mercato cinematografico è necessaria un’unità di intenti e un senso di responsabilità di tutta la filiera che vada oltre la propria visione personale e che tenga conto di tutte le difficoltà e necessità di questo momento storico.

• Marco D’Andrea, direttore commerciale ii Universal Pictures International Italy
VALUTARE MEGLIO IL PRODOTTO IN SALA

©Giulia Parmigiani/Courtesy of Universal Pictures International Italy

«Avendo a che fare con una situazione di mercato molto delicata, anziché adottare una linea rigida abbiamo preferito intraprendere una direzione più flessibile con l’esercizio in merito alle contrattazioni, alla gestione delle problematiche e all’ascolto delle esigenze di programmazione. Addirittura, abbiamo mantenuto gli stessi vincoli contrattuali di pre-pandemia per i pagamenti. Proprio per questo ci terrei che il rapporto con gli esercenti nei nostri confronti sia sempre più trasparente e leale, siamo disposti ad ascoltare chiunque. L’importante, però, è che ci sia lealtà, che purtroppo a volte viene ancora a mancare. Questi due anni di pandemia dovrebbero renderci più uniti. Allo stesso tempo, un periodo così complesso dovrebbe spronare gli esercenti a compiere una valutazione più attenta del prodotto che si proietta in sala. Troppo spesso assistiamo alla programmazione indistinta di tutte le nuove release, senza considerare il potenziale di un titolo o il proprio target di riferimento. A nostro avviso servirebbe uno studio più attento per sfruttare al meglio le performance di ogni film in programmazione. Ciascun esercente conosce il proprio pubblico ed è importante che metta a disposizione, con cognizione di causa, la propria esperienza nella valutazione del prodotto per poter programmare al meglio in termini di scelta, di numero di spettacoli e di orari. Azzardo addirittura un’opinione impopolare: al piccolo esercizio andrebbe lasciata la libertà di programmare al meglio senza influenze o forzature che finiscono per demolire l’efficacia di questa strategia. Non dimentichiamo che l’85-90% del box office italiano è generato da un numero di cinema molto lontano dai circa 900 attualmente attivi. Sono dati che dovrebbero far riflettere».

Giulio Carcano, Director Theatrical Distribution Sales di The Walt Disney Company Italia
ESSENZIALI TRASPARENZA E CORRETTEZZA

Courtesy of The Walt Disney Company Italia       

«Gli ultimi due anni sono stati molto complessi: la pandemia ha determinato una accelerazione improvvisa di alcuni processi e tendenze già in atto, e l’assenza di gradualità in certi cambiamenti profondi non ha dato il tempo di metabolizzarli. Non posso negare che, complici anche le enormi incertezze che hanno caratterizzato questo lungo periodo, le preoccupazioni economiche per il futuro e le ripartenze faticose interrotte da improvvisi peggioramenti della situazione pandemica, ci siano state, soprattutto all’inizio, occasioni di frizione piuttosto intensa con parte dell’esercizio. Anche se poi nel tempo con molti si è riusciti a passare a un confronto di posizioni più guidato dalla testa che dalla pancia. Rimane comunque il fatto che, dalla riapertura di agosto 2020 a prima dell’uscita Doctor Strange nel multiverso della di follia Disney abbia messo sul mercato 21 titoli per un box office complessivo di circa 44 milioni di euro. Per quel che ci riguarda, si era diffuso il timore che Disney considerasse il theatrical come marginale. Ma come è stato inequivocabilmente confermato al recente CinemaCon, per Disney il theatrical è un pilastro cruciale: sono in arrivo film imponenti, concepiti per garantire un’esperienza cinematografica unica e di un livello tecnico tale che è evidente che andranno necessariamente visti sul grande schermo per essere goduti appieno. Basti nominare Avatar: La via dell’acqua, di cui anche il debutto del primo trailer è stato pensato in esclusiva proprio per le sale cinematografiche, o ancora Doctor Strange nel multiverso della follia e Lightyear. In questo senso, probabilmente, diventerà sempre più cruciale il livello qualitativo delle proiezioni, con un pubblico che sembra diventare più selettivo in questo senso. Tuttora non sappiamo quando saremo nella nuova normalità e come questa sarà; proprio per tale motivo, mai come ora, bisognerebbe ragionare come industria con rapporti improntati alla trasparenza e alla correttezza più assolute e con una complessiva unità di intenti».

• Andrea Roselli, Director of Theatrical Sales di Warner Bros. Discovery Italia
VA TROVATO UN NUOVO EQUILIBRIO

Courtesy of Warner Bros. Entertainment Italia

«Da oltre un ventennio il rapporto tra Warner Bros. e l’esercizio è di reciproca soddisfazione, basato su legami trasparenti e lineari, di profondo rispetto delle parti e degli interessi. Siamo riusciti a tenere questa buona impostazione anche in questi due anni così difficili e particolari, mantenendo una fornitura regolare e costante di film anche in periodi davvero drammatici. Abbiamo supportato concretamente la riapertura dei cinema con le nostre uscite, che hanno garantito continuità e nuova linfa di ingressi per le sale anche quando la pandemia ha inferto il suo durissimo colpo al nostro comparto. Oggi siamo chiamati a trovare un equilibrio con l’esercizio su temi e prospettive, dialogando con sincero intento di portare nuovo valore a un settore che abbraccia sia aspetti culturali che economici del nostro Paese. È necessario che i cinema rinnovino, migliorando, l’esperienza dello spettatore in sala, così come sarà altresì necessario da parte dei distributori un razionale e calibrato calendario delle uscite al cinema. Dobbiamo permettere a ogni film di esprimere il proprio potenziale e a ogni singola sala di trovarne il doveroso giovamento. Con l’esercizio ci dovremo concentrare sullo spettatore cercando di creare con esso un legame di partecipazione e di lealtà alla sala che vada oltre la sola visione del contenuto. Riusciremo a farlo solo guardando avanti, senza pregiudizio e liberi da rigidità del passato».

• Francesco Ria e Laura Blasi, responsabili commerciali di 01 Distribution
SERVE UNA MULTIPROGRAMMAZIONE MIRATA

Courtesy of 01 Distribution

«La pandemia ha generato una serie di effetti concatenati che hanno impattato in modo violento sul settore theatrical mettendo in discussione tutto ciò che sembrava consolidato fino a marzo 2020. Il nostro box office ha subìto perdite rilevanti sin dai giorni della riapertura, continuando purtroppo a essere in controtendenza rispetto al resto d’Europa. In questa situazione tutti dobbiamo sforzarci per trovare ogni possibile acceleratore che possa consentire al nostro mercato di riappropriarsi delle quote e dei valori che gli competono. Sentiamo l’esigenza di dover ricostruire e modernizzare i rapporti con l’esercizio, convinti che solo una collaborazione a tutto tondo, basata su fiducia e partecipazione, potrà consentirci di ottimizzare gli sfruttamenti di ogni singolo prodotto e far crescere il box office. Abbiamo urgenza, oggi più che mai, di differenziare le strategie di vendita fra tipologie di prodotto utilizzando tutti i nuovi strumenti di distribuzione a partire dalla multiprogrammazione. Fortunatamente in Italia abbiamo avuto progetti pilota che hanno generato risultati davvero sorprendenti e cercheremo di lavorare seguendo questi modelli. Distribuendo tanto prodotto italiano di grandi autori e opere prime, siamo alla costante ricerca della tenitura, convinti che lo sfruttamento di un film possa arrivare alle migliori performance affiancando a una programmazione classica (tutti gli spettacoli per tutti i giorni per poche settimane), una multiprogrammazione mirata (meno spettacoli ma per più settimane). Ci auguriamo, infine, che i multiplex decidano di dedicare sale mirate programmando con continuità cinema d’autore, fidelizzando così lo spettatore che non costituisce il target primario di quelle sale, assicurando la continua presenza di prodotto di qualità all’interno della struttura».

• Gabriele D’andrea, direttore della distribuzione di Lucky Red
BISOGNA ALLUNGARE LE TENITURE

Courtesy of Lucky Red

«Con la ripartenza del mercato si sono ripresentate annose problematiche, già evidenti nel periodo pre-pandemico, che in alcuni casi si sono addirittura accentuate. Mi riferisco, ad esempio, alla scarsa tenitura dei film in sala. Già eravamo il Paese europeo con la tenitura più bassa, ma ora questo fenomeno si presenta anche per film che prima avrebbero avuto il tempo di sviluppare un incasso importante su più settimane. Oggi la vita di un film al cinema si è accorciata e, paradossalmente, questo è in discordia con l’istanza per ottenere finestre di sfruttamento theatrical più lunghe. Noto poi una certa passività e un certo pessimismo da parte dell’esercizio – probabilmente a causa dalla crisi – che a volta si traduce in atteggiamenti poco costruttivi. Ad esempio, quando abbiamo annunciato le anteprime di Ennio, che sono state la chiave di successo del film, una parte dell’esercizio si è mostrata diffidente riguardo alla nostra strategia distributiva che prevedeva anteprime nel weekend a tre settimane dall’uscita vera e propria con una solida comunicazione a supporto. Un altro esempio: quando abbiamo deciso di portare in sala Una vita in fuga di e con Sean Penn, lo abbiamo fatto con una campagna marketing importante e sfruttando la forte esposizione mediatica del regista/attore durante lo scoppio della guerra in Ucraina. Eppure alcuni esercenti si sono lamentati del posizionamento con scarso anticipo, percependo il film più come un peso che come un’opportunità, nonostante poi abbia realizzato in Italia il miglior weekend di apertura al mondo. Credo che si possa fare ancora molto per migliorare, anche se il tempo stringe. Sicuramente sono essenziali il dialogo e il confronto costruttivo, in cui ciascuna delle parti in causa sia disponibile a rinunciare a qualcosa per il bene comune di questo mercato che deve recuperare un ruolo primario nella filiera, superando criticità che, in parte, erano già presenti prima del Covid».

• Giuseppe Davalli, direttore commerciale theatrical di Eagle Pictures
FONDAMENTALI IL DIALOGO E L’ASCOLTO

Courtesy of Eagle Pictures

«Nel rapporto con l’esercizio per me è sempre stato fondamentale il fattore umano, il dialogo costante e approfondito, l’ascolto reciproco. In passato la complicità fra distributori ed esercenti era facilitata dalla condivisione dei successi cinematografici; quando poi i numeri hanno iniziato a venire meno, tra pandemia, sale chiuse e ripartenza difficoltosa, per ritrovarla si è reso indispensabile riscoprire nuove modalità di dialogo, che però non bastano. Per ripartire oggi è importante che il Governo decida sul tema della cronologia dei film: la window theatrical deve essere sicura e chiara a tutti, in modo che il pubblico non abbia più la percezione sbagliata, e dannosissima per il nostro business, di poter trovare qualsiasi film in piattaforma dopo pochi giorni dall’uscita al cinema. In questo momento lo sfruttamento al cinema dei film di maggior appeal si sta allungando molto: Sonic 2, ad esempio, ha beneficiato di una tenitura lunghissima portando l’incasso finale intorno ai 4 milioni di euro, un risultato molto buono. In linea generale comunque non registro grossi cambiamenti nel rapporto quotidiano con l’esercizio: siamo tutti in una situazione di attesa di ripartenza del mercato e al lavoro per riportare il pubblico in sala, condividiamo speranze, delusioni e gioie, come prima, più di prima».

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