L’appello di Mereghetti: “Cambiamo le regole”

Il giornalista si rivolge al ministro Franceschini in una lettera aperta sul Corriere, chiedendo di rivedere misure di sostegno e di ripensare un cinema post-Covid per una ripartenza reale e immediata|Il giornalista si rivolge al ministro Franceschini in una lettera aperta sul Corriere, chiedendo di rivedere misure di sostegno e di ripensare un cinema post-Covid per una ripartenza reale e immediata|Il giornalista si rivolge al ministro Franceschini in una lettera aperta sul Corriere, chiedendo di rivedere misure di sostegno e di ripensare un cinema post-Covid per una ripartenza reale e immediata

Va dritto al punto Paolo Mereghetti nella lettera aperta al ministro Dario Franceschini, pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Una lettera in cui il giornalista chiede al ministro Franceschini di fare un po’ di moral suasion per spingere le diverse categorie a sedersi attorno a un tavolo e a ripensare un cinema post-Covid e al passo coi tempi. Tocca temi delicati quali il credito d’imposta su spese di lancio e promozione dei film, la ritrosia di una parte dell’esercizio a riaprire subito, gli “obblighi di tenitura”, la multiprogrammazione e le window. Non condividiamo tutte le sue posizioni, ma certamente alcune meritano di essere valutate.
Pubblichiamo di seguito alcuni stralci dell’appello di Mereghetti, suddivisi per temi (qui la lettera integrale):

Sostegno (solo) all’esercizio che riapre subito:
“Non ci può essere chi rischia in prima persona per far ritrovare agli spettatori il gusto della sala (dopo mesi e mesi di streaming), alleggerendo anche le spese dello Stato (per esempio rinunziando alla cassa integrazione) e chi invece vuole che prima tornino le vacche grasse, aspettando magari i blockbuster autunnali. Se vuole che davvero il cinema riparta, deve aiutare chi si sforza di farlo da subito ma anche «penalizzare» chi non lo fa”.

Credito d’imposta su spese di lancio e promozione:
“Lei, «di concerto col ministro dell’Economia e delle Finanze», ha fatto approvare delle disposizioni sul credito d’imposta che quasi annullano le spese di lancio e promozione. Giustissimo, ma se lascia i due scaglioni come sono stati previsti — 80 per cento del costo in caso di prima uscita nei quattro mesi successivi alla riapertura delle sale, 60 per cento nel quinto e sesto mese successivo — lei capisce che, ipotizzando una ripartenza da metà maggio, la maggior parte dei distributori potrebbero concentrare le loro uscite tra la fine di agosto e la prima metà di settembre […]. Moduli meglio i suoi scaglioni e concentri lo sforzo nei primissimi mesi di riapertura, giugno e luglio, riducendoli progressivamente per agosto e settembre e ancora di più per ottobre e novembre”.

Obblighi di tenitura e multiprogrammazione:
“Si faccia dire da un qualsiasi esercente degli obblighi di tenitura (e dei ricatti conseguenti: se non tieni tot settimane questo film non ti do nemmeno gli altri), dei differenti criteri con cui viene concessa la multiprogrammazione a seconda del potere contrattuale del circuito di appartenenza (per cui i grandi possono programmare film diversi a diverse ore del giorno per attirare pubblici diversi, le piccole sale di provincia non possono), dei legami non proprio limpidi tra agenti regionali e circuiti amici. Lei non può intervenire sulle contrattazioni private ma può imporre la libertà di prodotto (permettendo a tutti di accedere a tutti i film) e far sì che le eventuali sanzioni dell’antitrust non arrivino dopo mesi, a babbo morto”.

Window:
“Poi naturalmente ci sarebbero da ridiscutere le finestre tra l’uscita in sala e la distribuzione in streaming, oggi eccessivamente lunghe. Così come sono sempre più insostenibili le percentuali richieste per il noleggio dei film (una delle ragioni per cui certi esercenti nicchiano a riaprire…)”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it