Laura Mirabella e il fascino di un marketing poliedrico

La Marketing Director di Vision Distribution legge le trasformazioni in atto e offre un assaggio delle campagne dei prossimi titoli in sala

Di seguito un estratto dell’intervista a Laura Mirabella, Marketing Director di Vision Distribution, pubblicata su Box Office del 15-30 dicembre (n. 20-21). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

Una volta ripartito il cinema, è stato difficile riavviare velocemente la macchina del marketing e rientrare in contatto con il pubblico?
In realtà non ci siamo mai fermati e anche durante i lockdown abbiamo lavorato sui materiali promozionali dei film in produzione. Alla riapertura, la sfida più grande è stata quella di convincere il pubblico a tornare in sala, prima, e quella di raccoglierne l’attenzione nel grande sovraffollamento di prodotto, poi. Per questo abbiamo dato sfogo a tutta la nostra creatività, cercando di incuriosire gli spettatori con messaggi diversi, intensificando le campagne sotto data e supportando i film una volta in sala. Inizialmente, infatti, si è registrata una timida risposta del pubblico nel weekend di apertura, con una ridotta percentuale di caduta. E anche se ora la curva si sta normalizzando, stiamo mantenendo l’abitudine a proseguire le nostre campagne anche dopo l’esordio sul grande schermo.

Belli ciao con Pio e Amedeo (© Claudio Iannone/courtesy of Vision Distribution)

I prossimi film Vision saranno Chi ha incastrato Babbo Natale? (oggi già in sala, ndr), Belli ciao, e America Latina. Quali sono state le maggiori sfide nel pianificare campagne marketing per titoli così diversi?
L’aspetto peculiare e più affascinante di questo lavoro sta nel modulare le campagne marketing su titoli completamente diversi tra loro. Ogni storia ha una sua poliedricità e presenta aspetti che possono essere comunicati o nascosti. Già in fase di produzione iniziamo a raccogliere elementi che torneranno utili durante la promozione. Un processo che cambia radicalmente a seconda del genere in questione. Nel caso di commedie, come Chi ha incastrato Babbo Natale? e Belli ciao, gli stessi interpreti svolgono un ruolo importante nella campagna, anche attraverso la produzione di contenuti sviluppati ad hoc per la promozione che li vedono protagonisti. Per un film di genere come America Latina, invece, l’utilizzo dei contenuti del film può essere più limitato. Si punta maggiormente sul trasferire al pubblico le atmosfere del film, creando un percorso di comunicazione mirato a toccarne le corde più intime. Ma ribadisco che è proprio in quest’opera di cesellatura delle diverse campagne che risiede la bellezza del nostro lavoro. E sono felice di poter lavorare su un listino articolato come quello di Vision Distribution.

Entriamo nel dettaglio della campagna delle due commedie.
Gli interpreti dei due film, Alessandro Siani e Christian De Sica, da una parte, Pio e Amedeo, dall’altra, hanno una grande creatività e vantano un pubblico vasto e consolidato a cui puntiamo. Per questo, come dicevo prima, lavoriamo a stretto contatto con loro anche nella creazione della campagna, per usare il linguaggio e i mezzi in cui i loro fan si riconoscono. Abbiamo inoltre la grande opportunità di eventizzare il lancio di questi due titoli, perché saranno in sala in due occasioni di festa importanti: Natale per Chi ha incastrato Babbo Natale? e Capodanno per Belli ciao. L’obiettivo è quello di attrarre gli spettatori attraverso i contenuti stessi del film, dando spazio a gag divertenti e a momenti emozionanti. Useremo poi contenuti extra, creati ad hoc dai protagonisti stessi, e arricchiremo la campagna con operazioni di partnership per innescare un meccanismo di comunicazione virtuoso ad ampio raggio.

America Latina dei fratelli D’Innocenzo, con Elio Germano (© courtesy of Vision Distribution)

E per quanto riguarda la terza opera dei fratelli D’Innocenzo?
Dopo aver portato America Latina in concorso al Festival di Venezia, abbiamo studiato una strategia di comunicazione che risultasse incisiva pur mantenendo la giusta suspense. Trattandosi di un thriller d’autore, vogliamo restituire al pubblico quella tensione e inquietudine che caratterizza il film, accompagnando gli spettatori in un percorso di immedesimazione con lo stato d’animo del protagonista già prima di entrare in sala a viverlo.

La pandemia ha accelerato, o innescato, cambiamenti strutturali nella comunicazione con il pubblico?
È troppo presto per fare un’analisi lucida sul lascito di questa pandemia nelle nostre vite, a tutti i livelli, perché purtroppo l’emergenza sanitaria non è del tutto scomparsa. Al di là di questo, è importante notare che la comunicazione è strettamente legata alla sfera emotiva delle persone, quindi le trasformazioni ancora in corso nell’animo della nostra comunità dovranno essere tenute in conto per i suoi futuri sviluppi. Allo stesso tempo, l’uomo è un essere abitudinario, e se inizialmente il distanziamento sociale aveva portato a una polarizzazione dei consumi su digital e Tv, in seguito alla riapertura si è registrato un graduale ritorno alle abitudini pre-pandemia. Quindi non è detto che alcuni cambiamenti siano irreversibili.

Spesso la distribuzione ha evidenziato il poco spirito d’iniziativa dell’esercizio nel creare operazioni marketing di rilievo attorno ai film in uscita. Qualcosa è cambiato, o c’è ancora strada da fare?
La sinergia con l’esercizio sulle campagne di marketing è un tema importante ed è giusto che sia oggetto di attenzione. Non noto, però, una mancanza di volontà, bensì alcune difficoltà strutturali che…

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