Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution, si è soffermato sull’importanza della riqualificazione delle sale nel suo intervento al convegno di Box Office intitolato “Oltre 600 titoli l’anno. È possibile promuoverli tutti?” che si è svolto oggi pomeriggio a Riccione nell’ambito di Ciné. Ha dichiarato il manager: “C’è grande carenza e allo stesso tempo richiesta di sale cittadine. Il caso virtuoso dell’Anteo palazzo del cinema di Milano, però, fa ben sperare che non siamo davanti a una crisi definitiva. L’Anteo, infatti, si è trasformato diventando una sala polifunzionale paragonabile alle migliori strutture europee, con numeri alla pari dei grandi multiplex. Credo che la legge cinema raggiungerà l’obiettivo di ristrutturare il parco sale, dando una spinta a quel segmento che è debole e che riguarda il pubblico del cinema d’autore. Il calo di spettatori del cinema di qualità non è legato solo al prodotto ma anche alla mancanza di ricambio delle sale”. Secondo Lonigro, la legge aiuterà l’esercizio a riqualificarsi ma non è abbastanza efficace, invece, per quanto riguarda la destagionalizzazione: “Il mercato, con il problema di una stagione che dura solo nove mesi, non ha numeri sani. I produttori italiani per rischiare posizionando i film in estate devono essere incentivati da uno stimolo forte. Credo che la legge farà poco per risolvere il problema perché dispone di incentivi poco impattanti. Bisognerebbe ragionare su un tax credit più incisivo nei mesi estivi, magari andando a diminuire quello dei mesi invernali. Ad oggi un film italiano che esce in estate paga un dazio troppo alto. Può darsi però che il discorso che si sta avviando per posizionare i blockbuster in estate abbia una ricaduta anche sul prodotto nazionale”. Restando in tema di cinema italiano, Lonigro ha aggiunto: “Le annate migliori al box office sono quelle in cui il nostro cinema ha quote di mercato alte. Se il biglietto d’oro arriva solo a 10 milioni di euro è segno della difficoltà del segmento a intercettare i gusti del pubblico. I film italiani devono essere pensati per un pubblico più grande; serve un miglior posizionamento di tutta la produzione”. Ha concluso il manager: “Ritengo che rispetto all’immaginario collettivo siamo nel punto più basso per quanto riguarda la considerazione del cinema, che è visto come poco attrattivo, poco alla moda. L’operazione del cinema a 2 euro ha contribuito a svilirne il valore”.
