Netflix-Lucky Red: un matrimonio di convenienza

Andrea Occhipinti, presidente di Lucky Red, racconta la sua collaborazione con la piattaforma streaming e risponde ad alcune critiche mosse contro questa intesa

Di seguito un estratto dell’intervista ad Andrea Occhipinti, Ceo di Lucky Red, pubblicata su Box Office del 15-28 febbraio (n. 3-4). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

Sin dall’inizio, il matrimonio tra Netflix e Lucky Red ha suscitato non pochi dissapori all’interno del mercato cinematografico italiano. Molti, infatti, non hanno accolto con favore quelle strategie distributive che, a seconda del film in questione, prevedevano uscite in contemporanea tra cinema e piattaforma streaming, o esclusive theatrical radicalmente accorciate prima della release su Netflix. Senza contare il diktat della piattaforma che ha sempre imposto di non comunicare il box office registrato dai suoi film in sala a Cinetel (organismo ufficiale preposto alla raccolta e alla comunicazione dei dati di incasso dei cinema su scala nazionale). Intanto negli ultimi anni sono stati diversi i titoli targati Netflix usciti sul grande schermo: da Sulla mia pelle con Alessandro Borghi a Roma di Alfonso Cuarón, da The Irishman di Martin Scorsese ai recenti È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Don’t Look Up con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep e Jonah Hill. Abbiamo deciso così di rompere ogni indugio e di offrire ad Andrea Occhipinti, presidente di Lucky Red, l’opportunità di raccontare nel dettaglio il suo coinvolgimento con Netflix.

È stata la mano di Dio (© Gianni Fiorito/courtesy of Netflix)

Sono trascorsi più di 3 anni da quando il film Sulla mia pelle veniva presentato al Festival di Venezia tra mille polemiche. Cosa vi ha spinto a firmare questo sodalizio distributivo con Netflix?
Nel luglio del 2018, STX ci chiese di distribuire il film Roma di Alfonso Cuarón per conto di Netflix, per noi era un sogno che si realizzava. C’erano due nodi in quell’accordo, che sapevamo avrebbero potuto creare conflittualità: una finestra di due settimane e la non pubblicità degli incassi. Decidemmo comunque di iniziare la collaborazione per la distribuzione dei titoli Netflix in sala. Quando il capolavoro di Cuarón vinse al Festival di Venezia, parlammo con la Cineteca di Bologna e trovammo un accordo per la distribuzione commerciale del film (uscito in sala il 3 dicembre 2018) e di uno slate di titoli che avrebbe incluso anche The Irishman di Martin Scorsese. Poi è arrivato il lockdown. Alla riapertura abbiamo offerto, questa volta distribuiti direttamente da Lucky Red, una serie di titoli come Mank, Elegia Americana, Il processo ai Chicago 7 e The Midnight Sky. D’accordo con Netflix e FilmNation li abbiamo resi disponibili per tutti i cinema che ne hanno fatto richiesta. Poi sono arrivati titoli ancora più importanti come È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Don’t Look Up. La nostra missione è sempre stata quella di far arrivare al pubblico il grande cinema sul grande schermo. A tutti i costi, il contrario sarebbe stato un delitto.

Avete un accordo pluriennale con Netflix o valutate di film in film?
Netflix ci mette a disposizione lo slate di titoli che possono avere un’uscita theatrical. Insieme valutiamo le potenzialità di questi film e prendiamo le decisioni migliori per valorizzarne lo sfruttamento in sala. Lucky Red investe economicamente e prepara la campagna pubblicitaria sulla base di creatività che ci vengono messe a disposizione.

Don’t Look Up (© Bluegrass Films/Hyperobject Industries)

Si ritiene soddisfatto dei risultati al box office di È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino?
Molto. Soprattutto se si calcola che alcuni circuiti, che rappresentano oltre il 40% del mercato, hanno deciso di non programmare il film, e che per strategia distributiva condivisa con FilmNation siamo usciti con un massimo di 250 copie, con una finestra di esclusiva theatrical di tre settimane. Fatte queste premesse, il risultato del film è stato addirittura al di sopra delle aspettative.

È vero che diversi esercenti non hanno ricevuto il film nonostante gli accordi precedenti ne prevedessero la programmazione?
Non esistono accordi che non siano stati rispettati da parte nostra. Le richieste sono state di gran lunga superiori, moltissime nella settimana precedente all’uscita. Già da settembre, a Venezia, avevamo annunciato la data di uscita al 24 novembre e in seguito la possibilità per gli esercenti di aprire le prevendite dall’11 novembre, ovvero due settimane prima dell’uscita del film. Sa quanti ci- nema avevano confermato all’11 novem- bre? Meno di 100.

Come giudica il fatto che Netflix non comunichi a Cinetel i dati di incasso dei propri film che escono in sala?
È la regola di ingaggio per i loro film che escono al cinema. Questo avviene in tutto il mondo senza eccezioni. O la accetti o la rifiuti. A tutti farebbe piacere conoscere gli incassi del film, ma penso sia senza dubbio più importante che il film possa essere visto in sala.

Non ritiene che questa assenza di trasparenza sia dannosa per il mercato cinematografico italiano?
Va chiarito che dal punto di vista fiscale ed economico…»

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