Produzione: 10 film all’anno per Cattleya (II)

Ottimismo è stato mostrato dai responsabili di Cattleya sulle prospettive del cinema italiano, “che nonostante la crisi – ha dichiarato Marco Chimenz, manager di Cattleya – piace all’estero più di altre cinematografie europee, vince Oscar e riceve consensi internazionali. Cercheremo di portare oltre i confini nazionali i nostri registi, soprattutto attraverso le coproduzioni”. Chimenz ha sottolineato anche il rapporto con alcuni distributori internazionali, come Fine Line che finanzia ‘Ripley’s Game’ della Cavani. Anche per Riccardo Tozzi, fondatore della società di produzione cinematografica e televisiva, “è il momento di cogliere i segnali positivi attorno al nostro cinema, che dal ‘96 ha riconquistato quote di mercato e riconoscimenti internazionali”. Ma oggi occorre un approccio da impresa produttiva: “le occasioni ci sono, grazie all’afflusso di denari nuovi: le iniziative di Rai Cinema, la nascita di nuovi distributori nazionali…”. Tozzi ha anche sottolineato l’intenzione di realizzare una decina di film all’anno anche in associazione con altri produttori, e ha rimarcato l’urgenza che nasca in Italia una grande distribuzione di vendita internazionale all’estero: “se nessuno la farà, potremmo tentare di farlo noi”. È stato invece escluso un interesse per l’area dell’esercizio. Marco Boroli di De Agostini si è soffermato sull’interesse di allargare la presenza del gruppo dei media; in particolare, il recente ingresso in Albachiara (casa di produzione costituita con Mikado e Lumière), non è in contrasto con l’acquisto di quote in Cattleya. Claudio Montanari, infine, ha spiegato come è nato l’interesse di San Paolo-Imi per Cattleya: “Ci ha convinto il progetto e soprattutto l’approccio industriale, ma in particolare consideriamo positivamente il management di quest’azienda, condizione fondamentale per operazioni di questo tipo”.

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