Regione Lazio, truffa da 700mila euro sui fondi cinema

Come riportato da Repubblica, quattro case di produzione hanno incassato illegalmente finanziamenti dei fondi regionali per la promozione e sviluppo del cinema e dell'audiovisivo. I soldi sono stati in parte già recuperati dalla Guardia di finanza

Truffa alla Regione Lazio sui Fondi per il cinema e l’audiovisivo. Come riportato dalle pagine romane di Repubblica da Giuseppe Scarpa, quattro case di produzione hanno incassato illegalmente un totale di circa 700mila euro grazie a finanziamenti per 11 film dei quali hanno però presentato una documentazione irregolare.

Quattro case di produzione (e sette produttori) sono finite nel mirino della Guardia di Finanza di Roma che, buona notizia, ha già recuperato in parte il capitale sottratto attraverso i sequestri preventivi. Le accuse sono di truffa, uso di atto falso, falsità ideologica e indebita percezione di erogazioni pubbliche.

I film al centro dell’inchiesta sono Il segreto di Mandy, La favola di Martina e Francesca, Perché ti amo, Le ragazze di Mario, Il mistero dell’anello, Buon compleanno, Fuoco sacro, Un amore rubato, Fiorenza delle montagne, Una pianta miracolosa e Distillato di vino.

Le società perseguite sono Ruggiero film production di Angelica Loredana Anton, Cineflex srl, Red Moon Film srl, Flying dolphin srl e Star media global.

Come si legge nell’articolo di Repubblica: “il meccanismo utilizzato era semplice. I titolari delle imprese facevano riferimento alla legge regionale 2 del 13 aprile del 2012. Un norma che promuove e sostiene ‘lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo. In pratica le case di produzione si presentavano ai bandi (ad eccezione di  Flying dolphin srl) producendo carte false. Autocertificazioni sullo stato del pagamento delle imposte che non corrispondevano al vero. È questa la tesi degli inquirenti. Uno dei requisiti richiesti dalla Regione per finanziare le pellicole è che le imprese rispettino “la normativa fiscale e tributaria nazionale e regionale’. Come ricostruito dagli investigatori le società non avevano le carte in regola eppure applicavano e riuscivano ad ottenere i fondi”.

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