Un sogno da due milioni di mq e quasi 350 milioni di euro
Un sogno, questo è quello che ha portato Marco Brunelli, patron di Finiper, dopo 20 anni dal primo pensiero a trovarsi oggi a tagliare il nastro de Il Centro, nome da lui stesso scelto per chiamare il mall voluto, costruito e commercializzato dal retailer della grande ‘i’ sui terreni della vecchia Alfa Romeo e non a caso definito prima un intervento di riqualificazione industriale che un’operazione commerciale. L’area totale, quella quindi in cui prendono posto oltre a Il Centro e le aree attigue anche la pista – recuperata anch’essa da Brunelli con un intervento sempre dell’architetto De Lucchi – e dove sorgeranno altri insediamenti come quello di Ikea, è di oltre due milioni di metri quadrati. 120 mila mq sono quelli invece di pura superficie commerciale del mall di cui 12 mila occupati dall’ipermercato Iper.
Oltre 200 gli esercizi commerciali e ristorativi che si snodano su due piani in una galleria di quasi 1 km, 6 sorte di corti, due piazze, una da 42 metri di larghezza, l’altra da 72 metri. Altissimo rispetto dell’impatto ambientale tanto da meritarsi la certificazione Leed Gold. Quasi 350 milioni di euro, il valore dell’investimento di cui 50% coperti con capitali propri e 50% con prestiti bancari. Un intervento commerciale assolutamente importante (e quindi una sfida altrettanto importante) e non solo per i numeri della sua superficie (e di quelli che dovrà fare in termini quindi di traffico e di fatturati) e che i manager di Finiper hanno definito: “certamente parliamo non un’operazione immobiliare, assolutamente non di una speculazione, sicuramente di un’operazione commerciale in cui vogliamo offrire contenuto. Oggi piccolo e urbano non è sinomimo necessariamente di bello, come grande o mega non è sinonimo di cattivo, quello che fa la differenza oggi nel commercio è cosa offriamo in un contenitore commerciale e come. Brunelli ci ha sempre detto che il successo è la somma di dettagli, ebbene in questo intervento abbiamo portato al massimo livello la ricerca del dettaglio, dall’architettura ai materiali, dalle insegne ai concept dei negozi e dell’ancora alimentare, dal coinvolgimento del territorio all’inserimento di servizi innovativi”. Ora non resta che vedere se gli shopper gli daranno ragione.
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