Alle (vere) origini dell’inflazione
Si fa presto a dire guerra in Ucraina e pandemia… Ormai, ogni problema o squilibrio economico, politico e finanche sociale viene giustificato dal conflitto in corso nei Balcani o dalle conseguenze del Covid. Ma non staremo esagerando? È pensabile che se non ci fossero stati questi due eventi avversi la nostra economia e le nostre vite procederebbero a gonfie vele? No, non è pensabile. Così come è altresì maldestro (per non dire in malafede) non sostenere che l’inflazione che sta erodendo il valore dei salari e dei risparmi degli italiani venga da più lontano rispetto agli eventi degli ultimi due anni e mezzo: ovvero dalla speculazione finanziaria contro cui non esistono – ahimè – vaccini, tanto meno sanzioni….
Lo dimostrano il bilancio della Fed che è raddoppiato negli ultimi due anni (il che vale, pur se in misura più ridotta, anche per le banche centrali europee) e per l’insana politica del tasso zero o negativo che ha condotto a una scellerata politica di prestiti a rischio. E con l’aumento dei tassi e la stretta del quantitative easing, si prefigurano scenari ad alto rischio. Va anche detto che l’impennata dei costi delle derrate alimentari, del petrolio così come dei fertilizzanti non è giustificata dalle contingenze belliche, perché ha preso la rincorsa in tempi non sospetti (durante la pandemia) per poi esplodere letteralmente dallo scorso fine febbraio. Tutto questo per dire che quanto ci viene raccontato e ci raccontiamo sulle cause e le origini dell’inflazione corrisponde solo in parte al vero, che ancora una volta le contingenze hanno messo in moto le brame del ceto speculativo ai danni di quello produttivo (lavoratori e imprese), che si trova a dover fare i conti con dinamiche che sclerotizzano il naturale andamento tra domanda e offerta, finendo col portare nelle tasche di pochi quel che viene sottratto dal portafoglio di molti.
Ecco, credo che quando si parla di sostenibilità non si tenga conto di questo elemento di finanza virtuale che, portato agli estremi e consegnato in mani fameliche, vanifica ogni buona intenzione. E quanto stiamo vivendo in questa fase dimostra chiaramente che se non si fa pulizia in questi recessi dell’economia globale, tutte le nostre buone intenzioni sono destinate a rimanere in superficie, a livello di puro maquillage.
Vito Sinopoli