Dibattito populista sui compensi Rai
Dopo il dg Campo Dall’Orto, Monica Maggioni, presidente della Rai, interviene sulle pagine del “Corriere della sera” sulla questione dei tetti ai compensi delle star. «Mi limito a osservare che un approccio ragionevole e razionale alla questione sarebbe stato auspicabile, visto che in gioco è il futuro di una istituzione del nostro paese», scrive, commentando la deriva presa dal dibattito. «Il facile messaggio “li abbiamo puniti” forse porta qualche manciata di voti (ed è tutto da dimostrare), ma lascia solo macerie», scrive.
E aggiunge: «Oggi scendere nella pubblica arena e azzannare la Rai attrae il pubblico dei like». Maggioni ha ricordato che anche Bbc non ha mai imposto il tetto ai compensi dei propri talent (anche se, va ricordato, il tema è stato ampiamente discusso). Oggi, alla vigilia della messa a punto della nuova Convenzione, Maggioni chiede «equilibrio» e «razionalità».
Sul fronte delle retribuzioni, Maggioni suggerisce delle fasce di retribuzione congrue e una serie di meccanismi «per l’immissione di nuovi talenti che sfuggano al potere degli agenti». «Certo la Rai avrebbe potuto fare di più sulla via dell’autoregolamentazione e abbiamo forse perso delle occasioni», ammette, ricordando però anche i cambiamenti del quadro normativo (tra cui l’inserimento della Rai nell’elenco delle amministrazioni pubbliche) e finanziario (con l’abbassamento dell’importo del canone). Ma, spiega, «è il momento di dirsi con chiarezza dove vogliamo andare: se la Rai sia ancora un’istituzione centrale del paese che agisce da media company o se la sua natura pubblica debba essere la sua condanna».
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