Tv locali: oltre l’80% dei tv non idonei al Dvb-T2

Il refarming (programmazione del rilascio delle frequenze) della banda 700 sarà un’opportunità per ridefinire il settore delle tv locali, ma potrebbe anche risultare una spesa per le famiglie. Sono alcuni dei temi emersi nel workshop “Refarming della banda 700 e oltre” organizzato dall’Associazione delle Tv Locali di Confindustria Radio Televisioni. Oggi il settore areale occupa 3mila addetti e conta 55 operatori tv di cui 461 emittenti commerciali e circa 2mila marchi programmi diffusi. Nel 2016 il settore ha generato 323mln di euro. Solo 100 aziende, però, dispongono di una reale capacità di impresa e sono queste quella «chiamate a partecipare alla tv del futuro». Il refarming, come è noto, comporterà il rilascio della banda 700 in favore del 5G e il passaggio tecnologico della piattaforma al DVB-T2. Questo comporterà la necessità di sostituire i televisori dato che oggi, secondo l’indagine Auditel-IPSOS realizzata per Fondazione Ugo Bordoni, oltre l’82% delle famiglie sono DVB-T. Pur in presenza di una parziale compensazione dei costi a carico degli utenti prevista dalla Legge di Bilancio (151mln) di cui 25mln nel 2019, 76mln nel 2020 e 25mln nel 2021 e 2022), Crtv evidenzia che potrebbero essere necessari ulteriori interventi addizionali: l’associazione ha proposto la rottamazione dei vecchi televisori, «misura peraltro utile a fini ambientali con lo smaltimento degli apparecchi obsoleti)».

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