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Cominciano a essere più chiari i danni economici provocati dal terremoto che ha colpito l’Emilia per il distretto della ceramica di Sassuolo. Una prima stima è raccontata oggi dall’inviato de “Il Sole 24 ore”, sulle pagine dell’omonimo quotidiano. Anche se la maggior parte degli stabilimenti, collocati prevalentemente nell’area attorno al comune di Sassuolo – quindi a una trentina di chilometri a sud di Mirandola e Finale Emilia – non ha subito danni gravi. Il sisma ha compromesso le attività industriali comprese tra Camposanto e Finale, di Marazzi, Panariagroup, Atlas Concorde, Abk, Opera e Moma. Aziende che hanno dovuto interrompere la produzione perchè il terremoto ha fatto crollare o disallineare i forni di cottura e questo dà un’idea dell’intensità del sisma, visto che alcuni di essi possono essere lunghi anche 120 metri. Secondo Giuliano Pini, ad e direttore generale di Panariagroup, “parte della produzione verrà riavviata fra un mese, ma ne serviranno tre per tornare alla normalità”. I danni stimati per l’azienda, a causa del crollo dei pallet già pronti per la spedizione dai magazzini a cielo aperto, si aggirano secondo Pini, attorno ai 10-15 milioni di euro. Secondo Andrea Serri, dirigente di Confindustria Ceramica, “una stima ancora provvisoria si calcola che i danni complessivi causati dal primo sisma del 20 maggio si aggirino attorno 110 milioni di euro, una situazione destinata ad aggravarsi a causa del terremoto di ieri”.
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