Anno di transizione per De’Longhi

Nei primi 9 mesi dell’anno De’Longhi ha registrato ricavi in flessione del 4,6%, pari a 1.159,1 milioni, ma un Ebitda in crescita a 154,5 milioni (passando dal 12,3% al 13,3% dei ricavi). Anche l’utile netto, pari a 72,1 milioni, è in crescita del 15,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tutti i margini operativi, in percentuale dei ricavi, migliorano sia nei 9 mesi sia nel singolo trimestre; tuttavia, in valore assoluto, nel terzo trimestre, pur migliorando la profittabilità, i margini soffrono per via della flessione dell’8,7% dei ricavi pari a 387,2 milioni di euro.
Secondo una nota dell’azienda, l’anno in corso si conferma di transizione, caratterizzato da una forte variabilità da un trimestre all’altro, ma anche di attenta pianificazione in vista della crescita futura.
Gran parte della variabilità, soprattutto per quanto concerne i ricavi, è originata anche dagli imprevedibili sviluppi di situazioni di crisi economico-politiche in più mercati strategici per il Gruppo, in particolare Russia, UK ed area mediorientale. Tali situazioni tuttavia non sono tali da mettere in dubbio i favorevoli trend delle macchine per il caffè espresso (soprattutto delle macchine superautomatiche) e di Braun, che proprio quest’anno è protagonista del ritorno sul mercato americano.
In tale contesto, il Gruppo ha posto in essere alcune azioni volte a modificare la strategia commerciale in alcuni mercati che, pur determinando un impatto negativo sui ricavi, pongono le basi per un più solido percorso di crescita futuro; tali azioni includono la non-ripetizione di alcune iniziative promozionali straordinarie in essere nel 2015 e una nuova strategia distributiva in alcuni Paesi come Turchia e paesi scandinavi.
Più in particolare, in Europa ha totalizzato ricavi in contrazione del 2,1%, l’area sud-occidentale ha registrato una flessione limitata al -1,1%, con la buona performance in Germania, Spagna, Portogallo ed Italia a limitare l’impatto della flessione in Svizzera e Turchia, tra gli altri paesi; il nord-est Europa (ricavi a -4,0%) sconta il protrarsi della debolezza di Russia e Regno Unito e l’impatto del ridisegno della strategia distributiva in Scandinavia, mentre risultano in crescita a doppia cifra la Polonia e i principali mercati dell’Est Europa.
I ricavi del terzo trimestre (-8,7%), se comparati con il trend dei 9 mesi, scontano una concentrazione di fattori che hanno inciso in negativo: in primis l’impatto dei tassi di cambio, la pronunciata stagionalità sfavorevole del comparto comfort e la razionalizzazione del portafoglio prodotti e della rete distributiva in mercati quali la Turchia e la regione scandinava, al netto dei quali la flessione dei ricavi sarebbe stata del -3% circa. A tali fattori si sono aggiunte la pronunciata flessione di importanti mercati (tra cui il Medio Oriente, la Russia e il Regno Unito), insieme alla debolezza delle macchine per il caffè a capsule Nespresso e la scelta di non ripetere alcune azioni promozionali poste in essere nel 2015 principalmente in Italia.
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