A fine anno solo il 70% di sale digitalizzate

«A oggi il 57-58% di sale cinematografiche sono digitalizzate. Dobbiamo arrivare, secondo accordi internazionali, al 31 dicembre allo switch off completo: pensando al parco sale di 4.000 schermi, non credo che arriveremo al 100% di digitalizzazione. Dalle nostre ipotesi, arriveremo solo al 70%, lasciando fuori un migliaio di schermi soprattutto in complessi monosala ». È la previsione di Lionello Cerri, presidente Anec, nel suo intervento al convegno che si è svolto oggi alla Mostra del Cinema di Venezia, intitolato “Il futuro del cinema”. Per sostenere le sale rimaste fuori,che nel 2014 dovranno cercare di digitalizzare, l’Anec sta ragionando su varie ipotesi con il Ministero dei Beni Culturali: «Sarà importante che Stato ed enti locali (quasi tutti le regioni hanno già bandi per il digitale) aiutino a completare questo passaggio. Il digitale sicuramente è un’opportunità, soprattutto per riaffermare il ruolo di centro di aggregazione, nei centri cittadini e anche in provincia. Una monosala fa più fatica a coniugare l’elemento culturale e quello economico: ma non pensiamo al modello “Nuovo cinema Paradiso”, non sono panda da salvare ma strutture con potenzialità che, se sostenute con investimenti, si possono tradurre in crescita. Perché teatri ed enti lirici sono aiutati e non le sale cinematografiche? Anche noi proponiamo ormai contenuti vari, complementari ai film; siamo strutture polivalenti. Non pensiamo solo agli aiuti dello Stato o dei vari ministeri, ma anche alle Regioni e ai Comuni come avviene con altri luoghi di spettacolo». Cerri ha annunciato che tali temi verranno sviluppati il 3 ottobre a Roma di sala, in un convegno sul del futuro della sala. E ha rilanciato la necessità di una tassa di scopo, «non solo come prelievo sul biglietto cinema sala ma su tutto il mercato audiovisivo, e con vantaggi per tutti i soggetti, produttori, distributori ed esercenti».
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