Continua su e-duesse la rubrica “Come ripartire?” con gli interventi di alcuni esponenti dell’industria cinematografica che provano a immaginare in che direzione andrà il settore una volta che i cinema riapriranno.
«In questo momento si stanno elaborando protocolli di sicurezza per la ripartenza dei set cinematografici, così da poter ripartire con la macchina produttiva. Sarebbe determinante poter girare film durante l’estate», spiega Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, in un’intervista esclusiva a e-duesse. Se così non fosse, il problema si ripercuoterebbe inevitabilmente sulle sale? Purtroppo sì, perché rischiamo di trovarci a inizio 2021 con pochissimo prodotto italiano. Sarà fondamentale per i cinema poter ripartire con un’offerta forte e incisiva che possa invogliare il pubblico a tornare in sala, abbattendo le barriere psicologiche che probabilmente avrà a causa del Coronavirus. Non siamo contrari in linea generale a portare qualche film su piattaforma, compreso qualche titolo che abbiamo coprodotto. Per i film del listino 01 Distribution, cercheremo di tenere fermi il più possibile i nostri film già pronti o in fase di montaggio, che dovevano uscire proprio in questo periodo, così da poter alimentare il circuito sale quando sarà il momento più opportuno, a tutela dell’esercizio. Perché se muore la sala, muore il cinema. Quali misure si potrebbero adottare per una forte ripartenza del cinema? Partiamo da un ottima base, ovvero la legge Franceschini, che mette ad disposizione del cinema oltre 400 milioni di euro all’anno. Bisogna ancora dare piena operatività ai decreti, ma so che si sta lavorando in questa direzione. Sarebbe importante facilitare la cessione del tax credit agli istituti finanziari, così da poter cedere parzialmente le quote di tax credit maturate e disporre di maggiore liquidità in tempi minori. C’è poi il fondo straordinario di 130 milioni di euro e quindi anche il cinema ne beneficerà. Ma servirebbero ulteriori risorse, specialmente per la produzione. Si spieghi. È importante che tutte le società di produzione, appena sarà consentito, riaccendano i motori e riprendano la loro attività sul set. Senza produzione indipendente, non ci sarebbe prodotto. È, quindi, fondamentale che queste aziende abbiano una prospettiva di continuità di lavoro, ma per questo servono ulteriori risorse. In questo senso si potrebbe istituire un fondo con capofila la Cassa deposito e prestiti, facendo partecipare anche i privati. Un fondo di scopo che entri in equity nei film, che contribuisca a realizzare 100 film nell’arco di due anni e che possa essere remunerato dai margini dei film. Un altro tema da non sottovalutare sarà il rapporto con il sistema creditizio. Facilitare l’accesso al credito, rendendolo più snello possibile, potrebbe essere determinante per la ripartenza. Ci saranno variazioni negli investimenti di Rai Cinema? L’ad Rai, Salini, ha dichiarato che gli investimenti della Rai resteranno invariati. Una decisione importante, perché la Rai è il motore principale dell’audiovisivo. Inoltre, se fosse possibile accedere in pieno alle risorse del canone, potrebbero essere significativamente incrementati gli investimenti nell’audiovisivo, e l’intero settore ne beneficerebbe. E per quanto riguarda le sale? Nella fase di ripartenza, non tutti vorranno andare al cinema. In Inghilterra, alcuni distributori hanno creato una piattaforma che consente la visioni a determinati orari, proprio come in sala. Si paga un biglietto virtuale a un prezzo Premium e si può vedere il film a casa secondo gli orari di programmazione. In questo modo i ricavi sarebbero suddivisi tra distribuzione ed esercizio, trovando insieme una forma di condivisione. Ovviamente questo modello andrebbe studiato insieme, approfondito con tutta la filiera, verificando che esistano i presupposti per realizzarlo. Però ci sono anche altri progetti di piattaforme allo studio da parte di alcuni circuiti ed è importante che ci sia un confronto in tempi brevi per trovare la migliore soluzione possibile. D’altra parte, in una crisi così profonda bisogna vagliare tutte le possibile soluzioni, anche quelle più creative, purché coinvolgano anche dal punto di vista dei ritorni economici anche l’esercizio. Ritiene che il cinema italiano dovrà adattarsi a nuove forme di narrazione e a diversi gusti del pubblico? Sicuramente questo periodo ha suscitato in noi una maggior capacità di riflessione e di approfondimento. Probabilmente le persone saranno più interessate a vedere sul grande schermo storie meno superficiali, che mettano al centro i grandi sentimenti e le relazioni. In questo senso, continueremo a lavoreremo per intercettare al meglio i gusti del pubblico, lasciando ancora una volta alla settima arte il compito di emozionare e di far riflettere. In che modo proseguiranno gli investimenti di Rai Cinema in campo produttivo? Negli anni la società ha ricoperto una ruolo centrale per l’industria, estendendo il più possibile la base produttiva. Continueremo a impegnarci con i produttori indipendenti, supportando i progetti in sviluppo, le produzioni sospese e quelle posticipate. Siamo consapevoli di avere una maggiore responsabilità verso il comparto in questa fase di emergenza. Per questo penso a una soluzione incentrata sulle aziende e sulla loro ripartenza. Ad esempio, attraverso un piano di investimento di respiro biennale che dia certezza e continuità di lavoro all’industria, destinando una quota alle componenti più fragili della produzione e garantendo allo stesso tempo il ruolo industriale dei player più rilevanti, con finanziamenti basati sul gap economico necessario per la chiusura dei progetti più complessi. In questo momento delicato in cui il suo mandato è in scadenza, cosa prevede per il futuro di Rai Cinema? Questa è un decisione di competenza degli amministratori della Rai che, negli ultimi anni, ci hanno supportato nel nostro percorso. Posso solo dire che con l’attuale dirigenza, a partire dal presidente Claudio, il direttore generale Sturiale, il direttore 01 Lonigro, i vice direttori Malanga e Zonno, e tutto il fantastico team della società, condividiamo la soddisfazione di aver conseguito negli anni ottimi risultati in termini industriali, economici, di produzione culturale, di premi vinti ai festival più prestigiosi e di visibilità internazionale del marchio Rai. Chiudendo con un 2019 che è stato il miglior anno della nostra gestione. Ma in questo complesso periodo non ci siamo fermati, mantenendo gli impegni presi per supportare in tutti i modi possibili i produttori, soprattutto quelli di minori dimensioni, e continuando a progettare il futuro.
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