Governo: torna la “porno-tax”
Nel provvedimento anti-crisi varato dal Governo lo scorso venerdì 28 novembre c’è anche la “porno-tax”, presentata per la prima volta nel 2002, più volte bocciata e mai applicata. Il provvedimento sarà indirizzato a tutti contenuti mediatici (anche non espressamente pornografici), compresa la televisione e l’editoria, che contengano scene di sesso esplicito “non simulato”. Nello specifico saranno colpite le aziende che producono e commercializzano materiale hard, le quali saranno tenute a pagare un’addizionale del 25% sui redditi Irpef. La norma entrerebbe in vigore già a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto, cioè con la dichiarazione dei redditi del 2008. I prodotti direttamente interessati saranno “giornali quotidiani o periodici, con i relativi supporti integrativi, e ogni opera letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”. A determinare con esattezza quali contenuti saranno oggetto dell’imposta sarà un decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministro dei Beni Culturali, da varare entro 60 giorni dall’entrata in vigore del presente provvedimento.
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