“Il consumatore sullo smartphone è un giudice esigente quanto implacabile”

L’andamento delle quote di mercato del mercato smartphone sia a livello internazionale sia nazionale nell’ultimo anno e mezzo hanno espresso non poche sorprese e non sta facendo sconti a nessuno, compreso al colosso di Cupertino e mettendo alla prova anche qualche brand emergente. “E’ semplicemente la conferma che questo mercato non perdona” sintetizza Riccardo De Franchis, direttore marketing della BU mobile di Samsung: “Non perdona neanche la minima titubanza, il minimo errore, la minima pausa e nello stesso tempo ha sottolineato sopra ogni cosa che gli investimenti devono andare in innovazione, in servizio, in usability, in affidabilità, in qualità, in design, in prestazioni, in marketing, ma non certo solo in marketing. In altre parole per essere premiun serve eccellere su tutto e senza sosta perché il consumatore è sedotto dall’oggetto smartphone, ma sullo smartphone è anche un giudice esigente quanto implacabile. Lo abbiamo capito e, infatti, con l’S6 abbiamo cambiato pelle al nostro flagship, a partire dallo stesso form factor portando con il double edge una vera innovazione, richiedendoci però a monte di rivoluzione i nostri processi produttivi. Come abbiamo capito che dobbiamo costantemente ascoltare l’utente, lo testimonia il ritorno alla micro SD con l’S7 e l’S7 edge”. Una strada che sembra premiare il brand coreano: “Lo confermo, la risposta del mercato italiano è positiva, anzi molto positiva anche rispetto ad aspettative già ambiziose. Le vendite sono vicine al raddoppio sui volumi dei modelli dello scorso anno e in più con un mix decisamente orientato sul modello di punta. Il 70% dei pezzi venduti sono dell’S7 edge, con l’S6 edge ci eravamo fermati a circa il 50%. Questi sono dati indubbiamente positivi, ma come detto prima in questo mercato non bisogna mai abbassare la guardia, mai fare l’errore di fermarsi a rimirare i propri risultati, bisogna costantemente avere coscienza delle difficoltà e dei rischi di questo mercato” conclude il manager.
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