Agcom: Sky prima nei ricavi

Tanti scuri e pochi chiari nella relazione annuale dell’Autorità garante nelle comunicazioni (Agcom) al Parlamento che, per bocca del presidente Angelo Marcello Cardani, chiede una riforma complessiva del sistema dei media considerando che «il quadro esistente, tra l’altro molto frammentato e disomogeneo, è ormai obsoleto rispetto alle sfide imposte dal nuovo sistema».
Il comparto comunicazioni consta per il 3,3% del Pil, ma presenta perdite in tutti gli ambiti: rete mobile (-10,4%), editoria in generale (-10,7%), con particolare attenzione per i periodici (-15,8%). Sorridono solo Internet (+10% con fatturato di 1,632mld) e dalla tv a pagamento (+1,4%, con fatturato di 3,3mld totali), anche se è ancora i numeri sono ancora inferiori alla tv in chiaro: 4,54mld, -3,3% sul 2013.
Sky resta regina dei ricavi tv in Italia nel 2014, con una quota del 34,1% (in crescita dell’1,4%). Mediaset si riporta al secondo posto dopo un solo anno dal sorpasso Rai con una quota del 27,8% (-0,7%), mentre il servizio pubblico scende al 27,2% (-1,5%). Seguono Discovery (1,9%) e Gruppo Cairo (1,7). «Anche il servizio pubblico non si sottrae alle sfide poste dal nuovo quadro digitale e convergente», parola del presidente Agcom, «al riguardo la prossima scadenza della concessione alla Rai, prevista per la metà del 2016, costituisce un’occasione per interrogarsi sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo contesto. Il canone è la principale fonte di finanziamento del servizio pubblico rappresentando il 61,3% del totale delle risorse economiche della Rai. Pertanto una riforma del sistema di finanziamento pubblico nel segno della semplificazione, della perequazione sociale e dell’effettività della riscossione è certamente auspicabile»
Per quanto riguarda i numeri complessivi, i ricavi nel macro-settore delle comunicazioni nel 2014 sono ammontati a 52,4mld, -5,9% rispetto all’anno precedente (cioè 3,2mld). Continua dunque la crisi del settore, se è vero che il 61% del fatturato arriva dalle tlc (32mld, -7,7% sul 2013), il 27% dai media (14,3mld, -3,2%) e il 12% dai servizi postali (6 mld, -2,3%).
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