Rai: cda nominato con la legge Gasparri?

Il ddl riforma Rai potrebbe non essere approvato in tempo per il rinnovo dei vertici del servizio pubblico: secondo “la Repubblica”, Matteo Renzi si starebbe preparando a procedere quindi seguendo le regole dettate dalla legge Gasparri. Il 25 maggio scadrà infatti il mandato degli attuali amministratori e Renzi non sarebbe intenzionato a una proroga. Da qui, quindi, la necessità di fare i conti con la legge in vigore. Attualmente sono in corso le audizioni davanti alla Commissione del Senato – Lavori pubblici, comunicazioni sul testo e i tempi non sembrano essere brevi. Secondo invece il capogruppo Pd Luigi Zanda, il ddl potrebbe ricevere una prima approvazione entro la metà di giugno per poi passare alla Camera. Ieri in Commissione Senato è stata ascoltata la delegazione Cgil e Slc Cgil. La prima preoccupazione riguarda la proposta di doppia delega in bianco al Governo, una in materia di finanziamento e l’altra relativa alla riscrittura del Testo unico radiotv. Secondo il sindacato, «si provvede a un intervento sulla Rai in assenza di una visione organica relativa a tutto il sistema dell’informazione e della comunicazione», dallo sviluppo delle nuove piattaforme digitali al mercato adv, «mantenendo invariate le storture introdotte dalla legge Gasparri», si legge nella nota. Dubbi anche sulla possibile eliminazione del tetto adv, per l’abrogazione della commissione di Vigilanza e la composizione e la nomina del cda scelta da Renzi. «La previsione di un rappresentante dei lavoratori del cda è l’ennesima scelta fuorviante, inutile se non anche dannosa rispetto al tema del ruolo delle forze sociali in settori di pubblico interesse». Cgil e Slc Cgil sostengono sia necessario proporre un sistema duale, un cda di esperti per la gestione aziendale e un consiglio di indirizzo costituito da rappresentanti degli interessi collettivi.
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