Tv locali: la parola alle associazioni

Il futuro delle tv locali dipende dai due beauty contest che prevedono la riassegnazione di frequenze e canali. Il primo riguarda il diritto d’uso delle frequenze, cui potranno accedere anche gli operatori nazionali; il secondo le graduatorie regionali per i fornitori di servizi media audiovisivi in ambito locali. Interpellato da “Il Sole 24 ore”, Maurizio Giunco, presidente delle tv locali di Confindustria RadioTv, ha dichiarato che le norme inserite nella legge di Stabilità e che prevedono la separazione tra operatore ed editore di contenuti incrementi i fondi per la rottamazione e per la prima volta contiene elementi che permettono la ridefinizione del sistema locale. Il secondo beauty contest porterà ad assegnare la capacità trasmissiva alle emittenti che sono realmente tali, fermando così quei palinsesti spesso composti solo da televendite. Più critico Marco Rossignoli, presidente di Aeranti-Corallo, secondo il quale l’interferenza delle frequenze con gli altri Paesi (76 le frequenze coinvolte) non sono state verificate e comunque potrebbero essere risolte con la “compatibilizzazione” («qualsiasi intervento tecnico atto a risolvere o migliorare le situazioni interferenziali tra gli impianti delle emittenti radiotelevisive pubbliche e private, derivanti da un legittimo esercizio degli impianti delle emittenti», secondo la definizione del MiSe, ndr.), meno costosa e più veloce. Le misure compensative individuate dal governo (circa 50mln) sono troppo basse. Inoltre, Rossignoli ha ricordato che il canale 58, oggetto del beauty contest, sarà assegnato alla tv solo fino al 2020 (o per due anni in piùo in meno, a discrezione degli Stati) per poi essere assegnato alla banda larga mobile (così come il 60, come indicato dal Rapporto Lamy alla commissione Ue): un editore, quindi, dovrebbe assumersi il rischio di lasciare un canale su cui trasmette per un tempo limitato.
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