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Ancora questa primavera si è parlato di un possibile anticipo al 2011 dell’intera fase di switch off e si citava l’Italia come esempio assoluto per tutta l’Europa. Ebbene è stato necessario un incontro con Paolo Romani, dal 4 ottobre scorso ministro dello Sviluppo Economico e prima sulla poltrona di sottosegretario con delega alle comunicazioni, per smentire i diffusi timori di brand e insegne di un ennesimo cambio del calendario. Ennesimo perché l’agenda è già stata rivista nei primi caldi giorni d’agosto proprio per assicurare che gli ultimi tasselli si componessero, ma imponendo a industria e trade una “bella” tabella di marcia. Senza contare che al momento in cui scriviamo di campagne informative sui grandi media non si è vista neanche l’ombra. La prospettiva di milioni di prodotti da vendere e le rassicurazioni di Romani dovrebbero far dimenticare tutto, eppure la sensazione di vivere un’ennesima vicenda all’italiana rimane. D’altronde a pochi giorni dal passaggio al digitale terrestre della Lombardia le tivù locali restano senza frequenze e quindi fuori dal telecomando. Sappiamo che rimarranno buie diverse aree montane e pedemontane; e non basta la promessa del governo che le tre sorelle Rai saranno garantite a tutti a tranquillizzare i sindaci delle valli. Sarà anche perché gli impiantisti e gli antennisti continuano a parlare di una comunicazione troppo semplicistica. Le ragioni sono ovviamente comprensibili, ma non per questo scompariranno i casi in cui nonostante un nuovo Tv o un decoder lo schermo regalerà l’effetto neve e non il promesso magico mondo della televisione digitale. Ecco che quindi i punti vendita si troveranno ad accompagnare in prima persona – e spesso unica – gli abitanti di queste aree a questo salto tecnologico, sapendo che molti si concentreranno nei negozi in pochi giorni. Ma saranno sempre i punti vendita a dover gestire in toto le ricadute negative: problemi di sintonia e di ricezione, in primo luogo. Perché è in negozio che torneranno – e certamente non con il sorriso a 32 denti – i telespettatori che vedranno sul fantastico 40 pollici Led appena acquistato il nero più assoluto oppure i videoclip di Mtv ma non il telegiornale di TelePadova. Si replicherà che sono situazioni già vissute e che si sta mordendo la mano che regala a questo mercato decine di milioni di fatturato. Per carità tutto vero, ma è altrettanto vero che parliamo di una fase dello switch off che pur avendo lasciato per strada la Liguria, toccherà oltre 21 milioni di italiani e in sole 7 settimane, che in parte si sommeranno alla confusione del periodo natalizio. La pressione sui punti vendita – e a monte sulle strutture delle aziende e delle insegne – sarà molto alta. Come alta sarà anche la probabilità di concentrare energie e forze ovviamente lì, ma “correndo” sulla vendita di qualità e di altri reparti. Ecco perché continuiamo ad avere la sensazione che sarà un passaggio “prospero”, ma un po’ all’italiana…
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