TEMPO DI BILANCI. LUCI E OMBRE NEL 2016
Eccoci giunti alla fine dell’anno, tempo di bilanci e riflessioni. Anche se scriviamo queste considerazioni alla vigilia della bagarre natalizia, questi undici mesi dell’anno hanno comunque detto alcune cose chiare. Per prima cosa, dopo un anno partito molto forte grazie a Quo vado? e a una serie di film di successo, nel corso dei mesi il margine di vantaggio rispetto al 2015 è andato via via riducendosi. La speranza è quella di chiudere in crescita con il Natale, o quantomeno mantenendo il vantaggio. Dopo una partenza sprint, il mercato ha faticato molto, anzi, troppo. Molti operatori sottolineano che, senza il film di Checco Zalone, il saldo con il 2015 sarebbe negativo e che Quo vado? sia stato un fenomeno talmente particolare che non ha metri di paragone e che non fa mercato. Anzi, che l’anno andrebbe valutato prescindendo dai 65 milioni di incasso del film diretto da Gennaro Nunziante. Non siamo d’accordo. L’anno va considerato nel suo complesso e Zalone ha dato un contributo determinante ai numeri complessivi.
Grazie al suo successo molti cinema, quelli piccoli, di periferia e profondità, hanno messo da parte un po’ di soldi che magari hanno rinfrancato i bilanci. Ma ne hanno beneficiato anche le grandi multisale come i multiplex. Come si fa, quindi, a commentare la stagione senza tenere conto di questi aspetti? Il 2016 ci ha detto che alcuni generi, come l’animazione, sono andati decisamente forte. E che il pubblico delle famiglie risponde bene quando c’è l’offerta giusta. Abbiamo visto un chiaro rilancio del cinema italiano con il successo di Perfetti sconosciuti ma anche con l’affacciarsi sulla ribalta di giovani registi che possono essere la speranza per il futuro, a tre dei quali dedichiamo la copertina di questo numero. In tutto questo contesto, però, il mercato si è segnalato per alcuni fenomeni preoccupanti che non sono certo una novità. Alle spalle dei grandi blockbuster fatica enormemente il prodotto medio. Lo si dice da tempo, il cinema è vissuto sempre più come evento e quindi il pubblico si muove solo per i grandi film. Il resto della proposta fatica e i buyer italiani non sono più disposti ad andare ai mercati internazionali e comprare film che magari un tempo incassavano e che ora si rivelerebbero in perdita. Ma il prodotto medio può e deve essere aiutato perché è un’offerta che si rivolge a target che amano il cinema e che devono avere la possibilità di trovare in sala i film. Ma il prodotto medio va aiutato da una distribuzione più razionale lungo tutto il corso dell’anno. È proprio questo genere di offerta a venire fagocitata nei week-end in cui escono dieci o dodici film. E qui veniamo al tema della stagionalità. Ci auguriamo davvero che quella passata sia stata l’ultima estate con un’offerta altalenante e che dall’anno prossimo si cambi passo. Non ci riferiamo solo ai blockbuster ma anche al cinema italiano e di qualità che non possono essere assenti per tre mesi. Di estate si è parlato tanto ultimamente, lo abbiamo fatto anche noi con articoli e convegni cercando di stimolare il dibattito, ma è ora che gli operatori passino dalle parole ai fatti. Infine, un accenno alla nuova legge cinema fortemente voluta dal ministro Dario Franceschini. Qualsiasi giudizio si voglia dare nel merito, anche se una valutazione complessiva potrà essere fornita solo dopo l’approvazione dei decreti attuativi, il settore potrà contare su una normativa attesa da decenni e che sarà in vigore dall’inizio del 2017. Un risultato tutt’altro che scontato.
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