viaggio ai confini della realtà…virtuale
L’edizione appena conclusasi dell’E3 di Los Angeles ha fornito diversi spunti di riflessione sui possibili sviluppi del mercato videoludico. Uno dei segnali più importanti è sicuramente stata la volontà delle aziende di puntare fortemente sull’evoluzione tecnologica anche per quanto riguarda il segmento casual che, osservando le release degli ultimi mesi, pareva ormai essere definitivamente relegato ad una serie di cloni tra titoli fitness, party game, giochi sportivi dalle meccaniche semplificate e una pletora di referenze dedicate a cuccioli da accudire pensati per il target femminile. Ecco invece che, proprio come avevamo auspicato su queste pagine, l’innovazione e la ricerca tecnologica si sono dimostrate ancora una volta il motore indispensabile per tutto il settore. Le anticipazioni annunciate a Los Angeles da Microsoft, con il Progetto Natal, da Sony, con il motion sensing controller, e da Nintendo, che affinerà ulteriormente il Wiimote con l’aggiunta del sistema Motion Plus, sono soluzioni con cui, in futuro, potremo davvero vedere la barriera che ancora divide hardcore da casual gamer assottigliarsi sensibilmente, se non addirittura scomparire. L’obiettivo primario dovrà essere quello di rendere l’interfaccia di gioco talmente precisa da non far più rimpiangere il joypad, evitando tutte quelle frustrazioni spesso dovute ai limiti dei sistemi utilizzati per la rilevazione del movimento: pensate, ad esempio, di riuscire a giocare (e magari vincere) un duello a Street Fighter IV (titolo noto per la sua difficoltà) utilizzando solo il vostro corpo per riprodurre le mosse di gioco. Il secondo step sarà quello di offrire un sistema di interazione con gli ambienti di gioco più realistico, verosimile e coinvolgente: la maggior parte degli sparatutto su Wii, ad esempio, oggi prevedono percorsi guidati in cui il giocatore deve solo preoccuparsi di prendere la mira e fare fuoco. In futuro bisognerà garantire un’esperienza più libera e coinvolgente per convincere anche i più scettici che impugnare un arma in salotto può essere più “letale” dell’ormai consolidato binomio mouse e tastiera. Se a questo cocktail aggiungiamo le potenzialità del visual 3D e una serie di sinergie sempre più strette con l’industria cinematografica (personaggi del calibro di Steven Spielberg, James Cameron e Jerry Bruckheimer sono infatti sempre più vicini al nostro settore), si prospetta un panorama capace ancora per molto tempo di emozionare non solo chi già videogioca, ma anche chi ancora non crede di potersi divertire in questi fantastici mondi virtuali.
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