L’evoluzione della specie
STa accadendo qualcosa di nuovo nella televisione italiana di cui ancora non si vede perfettamente la portata, ma che potrebbe – volendo, almeno si spera – avere effetti importanti. Nello specifico consiste nel fatto che in Rai sia arrivato un nugolo di manager extra-generaliste, ovvero nati e formati nelle palestre di quelle reti che fino a qualche tempo fa venivano genericamente e riduttivamente definite “Altre”, a volte liquidate con sufficienza come portatrici di “nano-share”. Il fatto è importante perché – possano piacere o meno presi a uno a uno i singoli soggetti – introduce comunque regole diverse nel pensare e impostare l’identità stessa del servizio pubblico di un Paese la cui azione ha, impossibile negarlo, ricadute sull’intero sistema televisivo. È questa la nota di maggior pregio che si evince dalla decima edizione della nostra Power Map e che regala a Rai la palma di player più reattivo. Perché il bello è che il fenomeno non si ferma alle prime linee, ma appare più marcato anche nelle seconde e terze linee, con professionisti formatisi o contaminatisi all’interno di media company globali come Viacom, Fox, Sky e Discovery, che stanno contribuendo a creare nuovi player o permeando anche aziende più storiche attraverso skill internazionali che i loro predecessori neanche aspiravano ad avere. Per il resto, in un contesto generale in cui la raccolta adv non cresce, aumenta il peso strategico dei vertici delle concessionarie, mentre è tra i talent che si fa sentire l’assenza totale di nuove leve: che il mercato sia troppo debole per rischiare su di loro, piuttosto che siano loro a sentirsi impreparati o impauriti per mettersi in gioco in un contesto diventato estremamente competitivo e meno remunerativo, al momento non è dato saperlo. Non rimane che confidare in un recupero per l’undicesima edizione…
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