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Come è andato il Natale appena concluso?“In termini di sell-out è stato molto corto come periodo e si è praticamente concentrato nelle ultime due settimane prima delle festività. Fattore che, com’è facile intuire, non è molto positivo. Anche se negli ultimi 10 giorni abbiamo registrato performance fortissime. In media è stato un Natale in linea con le aspettative, che erano ovviamente tarate su un trend sotto tono rispetto al passato. Relativamente alle vendite software siamo rimasti soddisfatti, mentre il vero problema è stato muovere l’hardware, che è andato decisamente male per diversi motivi, legati sia alla confusione sui prezzi, sia al fatto oggettivo che ormai le console attuali sono sul mercato da troppo tempo. La novità Nintendo Wii U dal canto suo non è bastata a risollevare le sorti del segmento, nel senso che la console si è mossa bene in prevendita ma, dopo il day one, ha subito una battuta d’arresto. Insomma non è stato il volano capace di rilanciare il business”. Secondo rumors il business in Italia potrebbe aver chiuso con un trend prossimo a -20% rispetto al 2011. E’ una previsione realistica?“Se si guarda il mercato game in generale direi di si. Ma fortunatamente GameStop ha chiuso l’anno in controtendenza rispetto al trend generale. Per il resto secondo me il problema principale, come accennavo sopra, è stato il continuo ricorso alla leva del prezzo. Quest’anno è stato davvero tragico sotto questo punto di vista: è stata una rincorsa al ribasso che ha creato grande confusione e che non ha premiato nessuno, ne gli specializzati e tantomeno la GD. Nessuno dei produttori è intervenuto per arginare questo trend e ne abbiamo pagato tutti le conseguenze. La cosa molto grave è che così facendo si impoverisce tutto il settore e sicuramente, alla lunga, sempre meno insegne avranno voglia di investirci. Insomma è un boomerang molto pericoloso. L’industria deve decidere cosa vuole fare: se intervenire e arginare il fenomeno per tutelare chi segue le regole ed e’ partner che supporta questo settore per tutto l’arco dell’anno oppure lasciare via libera a chi sfrutta i videogame solo nel periodo natalizio come specchio per le allodole a prezzi stracciati e vendere altro. Tra l’altro chi ha investito in volantoni per il sottocosto ha persino rischiato di fare brutte figure, visto che i prezzi, seppur ribassati con offerte aggressive, erano gli stessi che si trovavano facilmente sugli store online oppure presso altre catene“. Come è andato invece il vostro side business legato a tablet e smartphone?“Molto bene, siamo molto soddisfatti soprattutto delle performance dei tablet, perchè gli smartphone hanno diverse complessità di mercato legate ai contratti, quindi seguono meccaniche un po’ più complicate. E’ un segmento su cui posso confermare che continueremo ad investire”. Quali sono stati i titoli che vi hanno sorpreso positivamente?“Sicuramente Just Dance 4 che ha superato tutte le aspettative di sell out e su cui Ubisoft ha lavorato molto bene. Call Of Duty Black Ops 2 si è confermato un best seller ed anche Assassin’s Creed 3 ha registrato ottime performance. Infine Fifa 13 che, dal momento dell’uscita, continua ad andare davvero molto bene, è una garanzia”. Che previsioni avete invece per il primo trimestre 2013?“Vedo molto bene il software, che potrà contare su diverse release interessanti che terranno vivo il settore, con giochi di ottima qualità. Mentre continuo ad essere molto pessimista sull’hardware. Sarà un anno di sofferenza in cui non ci resta che aspettare le nuove console. Anche perchè ormai quelle attuali hanno coperto tutti i segmenti di utenza. Insomma, chi ne voleva acquistare una se l’è portata a casa perchè i prezzi sono davvero accessibili. Forse ci sono piccolissimi spazi per la crescita dell’installato, ma comunque parliamo di un pubblico diverso, che compra pochissimi giochi, insomma non è certo la linfa vitale che può sostenere il business. La medicina vera per rilanciare il settore sono le nuove macchine. Mentre per mantenere in vita quelle attuali ci vorrebbe un altro sostanziale taglio dei prezzi legato ad un uniformità generale. Invece di creare confusione con contributi marketing spot alle varie insegne, i produttori hardware dovrebbero fissare ufficialmente il prezzo delle console, in modo che il pubblico capisca chiaramente quanto costano e magari renderle più appetibili con un’ulteriore arrotondamento verso il basso”.
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