AESVI: in difesa della libertà d’espressione

AESVI ha preso posizione in difesa della libertà d’espressione chidendo che i videogiochi siano trattati come opere creative, con libertà di scelta per i consumatori adulti, e assicurando che l’industria è da sempre in prima linea nelle iniziative volte a garantire la tutela dei più piccoli. A seguito dell’iniziativa giudiziaria annunciata ieri dal Codacons in merito al videogioco Gran Theft Auto IV e senza entrare nel merito dell’iniziativa stessa (sulla quale si pronunceranno le autorità competenti laddove siano ravvisati gli estremi per darvi seguito), AESVI evidenzia come, ancora una volta, si sia preso a pretesto un singolo titolo, peraltro espressamente raccomandato e pubblicizzato per un pubblico adulto (PEGI 18+), per diffondere un allarmismo esagerato e ingiustificato rispetto all’utilizzo dei videogiochi in generale da parte dei minori, sulla base di stereotipi che non trovano corrispondenza nella realtà dei fatti. Contrariamente a quanto affermato dal Codacons, infatti, secondo cui il 78% di coloro che utilizzano i videogiochi sarebbero minorenni, tutte le ultime analisi socio-demografiche svolte sul consumatore dimostrano che l’età media del videogiocatore si stia progressivamente alzando, attestandosi nel nostro paese intorno ai 28 anni (Fonte: Rapporto Annuale sullo Stato dell’Industria Videoludica in Italia AESVI – GfK 2006). Negli ultimi anni l’espansione del mercato è andata di pari passo con l’ampliamento del pubblico dei videogiocatori che, anche in Italia, coinvolge ormai indistintamente giovani e meno giovani di entrambi i sessi. Al di là del successo di vendite di un singolo titolo, inoltre, la diffusione dei cosiddetti videogiochi “violenti”, ovvero adatti ad un pubblico maturo, va, secondo l’Associazione, più correttamente rapportata e misurata sulle vendite complessive generate dal settore. Secondo gli ultimissimi dati a disposizione, i videogiochi destinati ad un pubblico adulto (PEGI 18+) ricoprono una fascia residuale del mercato: solo il 4% delle vendite complessive nel 2007. Chiedere interventi contro un prodotto espressamente destinato ad un pubblico di maggiorenni “a tutela della salute mentale dei minori” e sulla base di un non provato “rischio di creare un pericoloso indotto psicologico in coloro che giocano” rappresenta, per AESVI, una minaccia alla libertà di espressione che dovrebbe essere garantita a tutte le opere creative senza distinzioni di sorta, e alla libertà di scelta che dovrebbe essere accordata al consumatore adulto. Per quanto riguarda la protezione dei minori, l’industria considera questo valore di fondamentale importanza e si è posta da quasi 10 anni al servizio delle famiglie adottando un sistema di classificazione fortemente sostenuto dalla Commissione Europea, estendendolo di recente in ambito On-line (PEGI On Line) e dotando tutte le console di nuova generazione di efficaci sistemi di controllo parentale. Inoltre sono state realizzate nell’ultimo biennio significative campagne di informazione per le famiglie e gli educatori. In conclusione, AESVi si auspica che anche nel nostro Paese si possa affermare presto una vera e propria cultura del videogioco, che sappia leggere e interpretare in modo corretto ed equilibrato il fenomeno.
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare www.e-duesse.it