Il valore dell’eccellenza

Lo avevamo anticipato nell’editoriale di qualche mese fa che ci sarebbe stata un’estate calda per il comparto dell’arredobagno. A iniziare da Ceramica Cielo, 19 milioni di euro di fatturato e una crescita del 20%, che ha ceduto l’80% a Mittel Spa, società di Investment Merchant Bank quotata in Borsa; continuando con Cristina, proprietaria dei marchi Cristina Rubinetterie e Silfra, 45 milioni di euro di giro d’affari e un Ebitda del 18%, che ha venduto l’intera società a Caleffi; e infine la storica Elios Ceramica recentemente passata sotto il controllo di Mandarin Capital (attraverso la nuova Italcer). Queste tre, e sono solo le ultime in ordine cronologico, non sono unicamente esempi di come sta cambiando il panorama industriale del nostro mercato, ma anche di come il Made in Italy sia sempre di più uno dei valori più importanti.
Non a caso oggi, fondi e grandi aziende, stanno guardando con una rinnovata attenzione ai brand più rappresentativi dell’arredamento (vedi Investindustrial di Andrea Bonomi con le operazioni B&B, Flos e Arclinea – che, secondo rumors, avrebbe mostrato interesse per qualche big del nostro settore) con lo scopo di realizzare nuovi poli, aggregazioni e diversi business per contribuire alla creazione di valore a lungo termine. E il nostro settore è, a loro dire, ricco di storia, cultura e di quel valore da loro ricercato, perciò ben si presta a questo tipo di operazioni. In più, non solo l’arredobagno è una delle eccellenze italiane in fatto di design, qualità e creatività, ma sa anche adattarsi a nuovi scenari internazionali con la velocità e la vivacità tipiche delle imprese medio-piccole. Per avere una conferma, basta guardare i nostri distretti produttivi: quello novarese delle rubinetterie, quello viterbese della ceramica, quello del Nord Est e delle Marche per la produzione dei mobili e, ovviamente, Sassuolo per le piastrelle: nonostante l’affanno degli ultimi anni causato dal freno del comparto edile, non hanno smesso di alzare il livello della competizione grazie a quel “saper fare e saper innovare” che tutto il mondo ci invidia e cerca di copiare, conquistando in alcuni casi anche importanti quote all’estero.
Un tratto distintivo del nostro Paese ricordato anche da Fabiana Scavolini, ad dell’omonima azienda, proprio nell’intervista di copertina di questo numero.
In tutto questo non può mancare il retail che ha un ruolo strategico, ma anche un’importante responsabilità nel sostenere e valorizzare tutto lo sforzo della filiera, come più volte abbiamo sottolineato, per creare insieme un circolo virtuoso del quale beneficeranno tutti a partire dal consumatore finale.
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